La questione dei 15 ambulanti cacciati da piazza Garibaldi sta producendo soluzioni molto discutibili e polemiche. Due giorni fa, gli ambulanti insieme a padre Zanotelli hanno abbandonato la riunione convocata al Comune lasciando da solo l’assessore al commercio, Marco Esposito, che aveva prospettato ai 15 ospitalità in via Bologna dove però c’è già il mercatino degli immigrati. L’idea dell’assessore era che gli ambulanti avrebbero potuto prendere posto esattamente di fronte agli immigrati, schierati sul marciapiede opposto della strada, gli italiani a destra ed i coloured sul lato sinistro.
Nasce da qui, l’accusa di «apartheid» secondo padre Zanotelli e l’associazione 3 Febbraio, anche perchè non è la prima volta che si scontrano con la giunta. Il 15 settembre Zanotelli, inizialmente non riconosciuto, stava per essere scacciato in malo modo dal Comune su richiesta dell’assessore Narducci, innervosito dalla sortita degli ambulanti giunti davanti alla porta del suo ufficio . Neanche quando Zanotelli si era qualificato le cose erano andate meglio. La polemica scaturita in quella occasione “ha scatenato un vespaio” sedato dall’intervento diretto del sindaco De Magistris, lacerato da un lato dalle associazioni tra le quali ci sono molti dei suoi elettori, dall’altro i consiglieri comunali della sua lista. “Volevamo proporre al Comune un mercatino rivolto ai turisti — racconta Zanotelli — in cui trovare prodotti tipici invitando la giunta a non seguire esclusivamente gli interessi di Grandi Stazioni. Ma l’unica risposta è stata la minaccia di portare in tribunale me e Petruzzo dell’Associazione 3 Febbraio. Poi ho ribadito che si tratta solo di 20 ambulanti e che 6 sono in regola tanto che potrebbero rivolgersi al Tar perché è illegittimo cacciarli, mentre gli altri vogliono regolarizzarsi”.
Questa volta è stato l’assessore Esposito a essere criticato dell’Associazione 3 Febbraio e da padre Zanotelli. “ E’ impensabile aggiungere altre persone alla strettissima via Bologna” . Il comunicato diffuso è decisamente critico: “Vogliamo denunciare l’indegno atteggiamento dell’amministrazione ed in particolare dell’assessore alle aree mercatali. Dopo promesse ed una serie di trattative protrattesi per 4 mesi, la conclusione dell’ultimo incontro è che gli ambulanti restano senza possibilità di lavorare. L’unica soluzione del Comune comunicata dall’assessore resta quella di via Bologna, dove già ci sono decine di operatori immigrati che dovrebbero a questo punto perdere i loro posti per inserire i venditori italiani di piazza Garibaldi, che tra l’altro a via Bologna non vogliono andarci e non vedono nessuna ragione (addirittura l’assessore ha moltiplicato le licenze per i tavoli dei bar) perché debbano essere sgomberati. Col provvedimento del Comune infatti si promuove un vero e proprio apartheid e uno scontro etnico: l’assessore ha avuto l’assurda idea di schierare gli italiani sul lato destro di via Bologna e gli immigrati su quello sinistro. Il Comune si prende l’intera responsabilità di condurre alla fame e alla conflittualità persone che fino ad ora hanno convissuto tranquillamente». E conclude: «Già da venerdì prossimo saremo sotto il Municipio fino a quando i diritti degli ambulanti non saranno soddisfatti: chiediamo un’area idonea (quella del marciapiede da via Torino a corso Garibaldi e come seconda opzione quella del lato Terminus) e non ci sono motivi ostativi per non concederla se non la disumanità di chi amministra questa città”.
La replica dell’assessore Esposito è immediata: “Sono parole forti che a me, che sono un fan di Alex Zanotelli, fanno particolarmente male. Quello che va precisato è che le persone di cui parliamo, sia gli italiani che erano su piazza Garibaldi, sia gli immigrati di via Bologna, non sono in condizioni di perfetta regolarità e non è un giudizio sulla qualità delle persone. Gli unici 6 italiani che avevano licenza regolare hanno trovato una sistemazione adeguata in piazza Carità, per gli altri ci sono licenze scadute da un pezzo ed altri problemi ma per tutti abbiamo proposto e stiamo individuando soluzioni con l’accordo dei medesimi, sempre però con l’impegno alla regolarizzazione. Resto sbigottito dal fatto che Zanotelli consideri apartheid la presenza, nella medesima strada, di italiani e immigrati. L’unica ragione dei marciapiedi diversi era il poter garantire la prima fila per tutti, condizioni paritarie. Poi queste persone hanno avuto da subito, dal 4 agosto, sistemazioni sempre rifiutate: sul corso Garibaldi non sono voluti andare, la zona Terminus lato corso Umberto ad agosto era disponibile provvisoriamente e fu rifiutata. E poi a via Duomo o nelle piazze Borsa e Carità. Utilizzando anche i bandi di natale stiamo cercando di sistemare tutti intanto che individueremo una zona specifica in piazza Garibaldi».
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