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Manovra. L’eufemismo dell’equità

Tagli alle pensioni attraverso l’applicazione del contributivo per tutti, allungamento degli anni necessari per la pensione di anzianità e comunque aumento generalizzato della vita lavorativa, ICI sulla casa e aumento delle rendite catastali, possibile aumento dell’IVA; e poi inizio del confronto, con le forze sindacali che “collaborano”, per tagliare altri diritti a cominciare dall’art. 18: sarebbero questi  i primi provvedimenti “equi” del Governo Monti, mentre a ottobre i salari perdono l’1,7% del proprio potere di acquisto e non si rinnovano i contratti di lavoro.

Si parla anche di minipatrimoniale, ma in una forma veramente provocatoria per chi non riesce ad arrivare a fine mese:  il 2 per mille oltre 1.5 milioni di patrimonio, 2.000 Euro ogni milione di Euro di ricchezza – e non è neanche un provvedimento certo.

Comincia così ad emergere il vero volto di questo governo, che evoca l’equità ma applica una nuova redistribuzione dal basso verso l’alto, negando diritti ai lavoratori e aumentando la platea dei nuovi poveri, i quali ormai non sono più da ricercare soltanto tra i disoccupati ma anche tra i lavoratori ed i pensionati.

L’Unione Sindacale di Base, insieme alle forze del sindacalismo conflittuale, chiama i lavoratori, i delegati sindacali, gli studenti e tutti coloro che stanno subendo questo attacco alla Assemblea nazionale di sabato 3 dicembre a Roma (al teatro Ambra Jovinelli) , per costruire l’opposizione sindacale e sociale al governo delle banche e dell’Unione europea, contro ogni patto con padroni e governo, per la democrazia e il pluralismo sui posti di lavoro, per costruire il percorso verso un grande sciopero generale.

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