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Sfratti: incatenati al Ministero delle Infrastrutture

Questa mattina a Roma centinaia di cittadini stanno partecipando alla manifestazione indetta dall’AS.I.A al Ministero dei Lavori Pubblici e Infrastrutture a Porta Pia per chiedere una moratoria degli sfratti per morosità e per finita locazione, il blocco nell’aumento degli affitti e nel pagamento degli interessi nei mutui per chi va in sofferenza nei canoni e nelle rate, un blocco delle dismissioni speculative portate avanti dagli Entri previdenziali privatizzati, dai Fondi immobiliari, pensione e da quelli assicurativi.

Alcuni di loro si sono incatenati davanti all’ingresso del Ministero per sollecitare una risposta alla lettera che nei giorni scorsi l’AS.I.A. ha inviato al Ministro Passera, alla Ministra Fornero e al Presidente del Consiglio chiedendo la convocazione di un tavolo interministeriale per mettere a punto nuove strategie d’intervento pubblico a tutela del diritto alla casa.

Solo con nuove risorse e uno stimolo governativo – afferma Angelo Fascetti esponente dell’AS.I.A – gli enti locali e gli ex IACP possono svolgere la funzione che loro compete, verso politiche abitative popolari e sociali da troppo tempo assenti.

Tra dismissioni, morosità e insolvenze sono oramai diverse centinaia di migliaia i nuclei familiari che rischiano di perdere l’abitazione in cui vivono – continua Fascetti – a questi vanno aggiunti coloro che una casa proprio non se la possono permettere o rischiano di perderla, per colpa di affitti esorbitanti, mutui inaccessibili e accesso al credito impossibile.

Anni di scarsa attenzione verso una politica di pubblico investimento nel settore dell’alloggio hanno condotto un numero enorme di persone in una precarietà abitativa straordinaria.

Con i bonus casa e le tutele per le categorie protette si era messa una toppa che oggi si sta strappando. Diminuiti se non cancellati gli aiuti all’affitto e nessuna reiterazione del blocco degli sfratti per i nuclei con figli minori, ultrasessantacinquenni e portatori di disabilità. Questo governo si è preoccupato di reinserire la gabella sulla prima casa cambiandogli nome da ICI a IMU, ma si è dimenticato di chi va difeso nel suo diritto primario: quello alla casa.

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