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La Grecia non è più “un paese per vecchi”

La riunione del Consiglio dei Ministri greco oggi è chiamata a decidere, tra le altre misure, la terza riduzione delle pensioni negli ultimi cinque mesi. Le riduzioni previste dal disegno di legge del ministero del Lavoro riguardano tagli che vanno dal 15% e in alcuni casi potranno raggiungere il 40%, a seconda della situazione finanziaria dell’Ente Previdenziale. Antonis Samaras, il leader di Nea Democratia (centro-destra), uno dei tre partiti che sostiene il governo Papademos, si è già detto contrario a tale riduzione, una posizione che intende far ribadire oggi al Consiglio dei ministri. Il governo greco è stata costretto dalla trojka (Bce, Fmi, Ue) ad adottare al piu’ presto, al massimo entro l’inizio del 2012, nuove misure di “austerity” per coprire un buco nel bilancio 2011 di almeno tre miliardi di euro. I rappresentanti della troika (Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale Europea) torneranno ad Atene il 15 gennaio prossimo per controllare che il lavoro sporco sia stato fatto.

La troika ha dato al governo greco 30 giorni di tempo per adottare le nuove misure lacrime e sangue e per preparare la strada per la firma del nuovo accordo raggiunto il 26 ottobre scorso. In altre parole entro un mese il governo di Papademos dovra’ approntare, fra l’altro, il piano per la messa in mobilita’ ed il successivo licenziamento di 150.000 dipendenti del settore pubblico (da portare a termine entro il 2015) e la chiusura o la fusione di circa 250 enti statali inutili. Da quando il paese è stato commissariato dalle istituzioni europee e internazionali, il tasso di suicidi è raddoppiato. Fino ad appena 3 anni fa la Grecia era il paese europeo con il numero più basso, 2.8 su 100mila abitanti. Ora, invece, la stima delle persone che si tolgono la vita è raddoppiata, portanto Atene in cima alla classifica del paese con il più alto numero di suicidi.

Intanto la Federazione Nazionale dei Ferrovieri greci ha indetto per domani, giovedi 22 dicembre, uno sciopero di cinque ore, a partire dalle 12.00, per protestare contro i nuovi tagli agli stipendi e l’abolizione unilaterale dell’accordo collettivo di lavoro firmato nel 2011. Inoltre, per la stessa giornata di domani, alle ore 13.00 la Federazione ha organizzato una manifestazione di protesta davanti al ministero delle Finanze. Anche il sindacato dei dipendenti degli uffici delle imposte ha proclamato uno sciopero di 48 ore, il 29 e il 30 dicembre. La protesta, secondo quanto informa lo stesso Comitato, è dovuta a motivi di inasprimento dei problemi della categoria, «peggiorati dopo gli attacchi e le calunnie» contro i lavoratori del settore e dopo le decisioni governative. Lo sciopero negli ultimi due giorni dell’anno crea gravi problemi non soltanto al ministero delle Finanze ma anche a quei cittadini che devono ancora sistemare le loro ultime pendenze con il fisco.

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