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I lavoratori della ex-Wagon Lits mobilitati – tre dei quali arrampicati su una torre faro alta 40 metri al binario 21 della Stazione Centrale di Milano – contro i licenziamenti di 800 di loro scattati lo scorso 11 dicembre, hanno deciso di respingere l’accordo farsa firmato poche ore prima presso la Regione Lombardia da alcune organizzazioni sindacali concertative, con la sola eccezione della Filt Cgil e della Fast Ferrovie.
La trattativa nella sede del Pirellone si era aperta ieri mattina e si era protratta per circa 12 ore – con una interruzione pomeridiana – fino alle ore 22 di ieri sera, quando un accordo era stato raggiunto con Cisl e Uil con il giudizio negativo della Cgil nazionale, della categoria dei trasporti del sindacato della Camusso e del sindacato di settore Fast. I sindacati hanno detto no alla proposta di ricollocamento (in partenza per una prima tranche da febbraio) di tutti i lavoratori lombardi formulata da Rfi, Trenitalia, TreNord, Angel service e Atm. Una proposta accompagnata all’assicurazione dell’assessore regionale Gianni Rossoni che per tutti sarà comunque garantita la mobilità in deroga per tutto il periodo fino all’avvio dei nuovi contratti. Ma il motivo principale del no di Cgil e Fast è la convinzione che si tratta di una vertenza nazionale che riguarda 800 lavoratori, e non solo i 152 lombardi, e che quindi deve essere risolta a livello nazionale.
Ricevuti i risultati della trattativa i lavoratori della ex Wagon Lits della Lombardia – 152 in totale – accampati nella stazione centrale a sostegno dei loro 3 colleghi arrampicati sulla torre, hanno approntato un’assemblea che ha deciso di rigettare l’accordo e continuare la mobilitazione. I tre lavoratori che protestano dallo scorso 8 dicembre sulla torre rimarranno lì fino a che non si aprirà una trattativa nazionale finora mai partita.
Ieri i lavoratori in lotta a Milano avevano ricevuto la visita di solidarietà di una delegazione dei parenti delle vittime del disastro ferroviario di Viareggio. I componenti dei comitati che chiedono verità e giustizia per le vittime della strage del 29 giugno del 2009 hanno portato cartelloni con sopra i nomi dei loro cari scomparsi e hanno parlato con gli operai.
Anche a Roma continua, nonostante il capodanno, la mobilitazione dei lavoratori che fornivano i servizi per i treni notturni delle Fs licenziati dall’Ad Moretti dopo la cancellazione di alcuni convogli notturni e l’affidamento di alcuni di questi alla multinazionale francese Veolia. I lavoratori ‘festeggeranno’ e protesteranno sul tetto dello stabile di Trenitalia di via Prenestina 135, a Roma, occupato ormai da un mese. «Non scenderemo, faremo il cenone qui su», afferma Roberto Scarabotti, uno dei lavoratori. Stamattina una delegazione dei lavoratori licenziati andrà alla stazione Termini, dove appenderà all’albero di Natale le lettere di licenziamento. I lavoratori delle aziende Servirail Italia (ex Wagon Lits) e Rsi occupano il tetto dello stabile di via Prenestina da fine novembre. Il 22 dicembre Fs ha preso l’impegno di ricollocare tutti i lavoratori entro due anni, un impegno vago e parziale che i lavoratori e i sindacati ritengono insoddisfacente.
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