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“Avvoltoi!”. I lavoratori del Comune di Roma contro Le Iene

Arriva alle 12.10 la troupe de Le Iene, capitanata da un Filippo Roma che sfoggia un sorriso fisso e forzato. Che però non fa breccia tra i dipendenti pubblici che da tre quarti d’ora sono riuniti in assemblea nell’androne degli uffici del Comune di Roma in Largo Loria. La troupe arriva con un’ora abbondante di ritardo rispetto all’orario di convocazione dell’iniziativa che l’Unione Sindacale di Base ha indetto sulla “marchetta” ad Alemanno della trasmissione di Mediaset. Gli altri giornalisti sono arrivati molto prima e filmano o prendono appunti. “Ma noi non siamo giornalisti” precisano Roma e compagnia…

Prima che arrivassero i freelance di Italia Uno l’assemblea era andata avanti tranquilla, con i rappresentanti dei lavoratori che leggendo e commentando un ordine del giorno – poi approvato all’unanimità – respingevano al mittente le accuse di ‘fannullonismo’ che periodicamente piovono addosso ai dipendenti pubblici e che hanno trovato di nuovo vasta eco dopo la messa in onda, il 26 gennaio, del servizio in prima serata. Il Corriere della Sera in particolare, ma anche Tempo e Messaggero, hanno fornito ampie anticipazioni, con tanto di foto, sui contenuti dello spezzone che sarebbe andato in onda. “Ma se uno va a prendersi un caffè o va in farmacia a prendersi qualcosa perché ha mal di testa è un reato? Siamo al lavoro, mica agli arresti domiciliari” spiega una dipendente durante l’assemblea. Un altro ricorda che “nonostante da almeno venti anni si attacchino i dipendenti pubblici affermando che, al contrario di quelli privati, non fanno niente, ogni qualvolta tolgono qualche diritto ai lavoratori pubblici poi a rimetterci sono pure quelli del privato”.

“Denunciamo la violazione della privacy da parte della troupe de Le Iene che non aveva il permesso di filmare dentro gli uffici e soprattutto la gravità di telecamere fisse piazzate e utilizzate abusivamente. Chiediamo che su questo vengano accertate le responsabilità anche penali” dice Roberto Betti tra gli applausi. “Se ci sono responsabilità amministrative da parte di alcuni lavoratori vanno accertate a livello individuale e non possono essere rappresentate come il comportamento normale di centinaia o addirittura migliaia di dipendenti pubblici” aggiunge, ricordando che gli strapagati dirigenti hanno tutti gli strumenti normativi e contrattuali per farlo, rendendo inutile, oltre che strumentale e pretestuoso, il ricorso alla magistratura da parte del sindaco Alemanno.

Quando quelli di Italia 1 irrompono nell’androne spiattellando il microfono sotto i nasi di chi gli capita a tiro e cercando di catturare qualche dichiarazione random ai lavoratori, e interrompendo l’iniziativa sindacale, la tensione sale. Parte il coro ‘buffoni, buffoni’ e qualche lavoratore si fa sotto a Roma e alla telecamera con intenzioni bellicose. Roberto Betti, che sta coordinando l’assemblea, riporta in carreggiata l’assemblea con una certa difficoltà. Non capita tutti i giorni, d’altronde, di avere a tiro qualcuno che ti ha esposto al pubblico ludibrio senza darti la possibilità di spiegare, di argomentare, di raccontare. Qualche battuta rubata durante il blitz a dipendenti e funzionari diventa un caso televisivo, politico e addirittura giudiziario, montata in modo da non far parlare nessuno per più di pochi secondi, in modo da non poter esprimere nessun concetto minimamente articolato. “Sono i tempi televisivi” dicono le iene. “Se il montaggio stravolge il pensiero dell’intervistato non è una questione di tecnica, ma è malafede” ribattiamo noi. O quantomeno segno di sprovvedutezza.

Soprattutto se le caotiche dichiarazioni registrate nel blitz di qualche settimana fa negli uffici del Comune di Roma a caccia di “assenteisti” vengono montate insieme a immagini riprese da telecamere fisse piazzate di nascosto nel palazzo di Piazza dei Navigatori. Immagini, queste, che ci confessano Filippo Roma e la sua troupe, gli sono state recapitate da qualcuno. “E non vi è venuto il sospetto che vi stessero imbeccando per motivi poco nobili?” chiediamo stupiti. “Vabbeh, ma se le avessero mandate a voi le immagini che avreste fatto…?”. D’altronde, per loro stessa ammissione, ‘Le Iene’ fanno intrattenimento, non informazione. E se prendono di petto qualche potente, essendo freelance, i servizi poi non passano, lavoro inutile. Il potente o un suo tirapiedi fa una telefonata e la rete censura. Tanto vale fare di necessità virtù, rinunciare a velleità da Pulitzer e fare servizi che possano passare, andare in onda e quindi essere retribuiti. “Qualunquismo spacciato per giornalismo”, commentiamo. Durante il blitz non si è accorto, Filippo Roma, che in quegli uffici ci sono ben 250 (!) lavoratori dipendenti della ditta Milano 90 che stanno in cassa integrazione. E comunque non era funzionale al suo obiettivo: dipingere chi lavora nel settore pubblico come un assenteista, un fannullone. “Contribuendo a convincere l’opinione pubblica” denuncia una lavoratrice arrivata da un altro ufficio “che in fondo i tagli, le privatizzazioni e i licenziamenti di massa sono giusti”.
Quando mi metto in cammino sotto la neve, per tornare in redazione, penso che ci vorrebbe una bella trasmissione d’informazione. Una che, ad esempio, mandi una troupe a indagare su chi e perché ha imboccato Le Iene…

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3 Commenti


  • giovanni

    sO GIà CHE NON PUBBLICHERETE IL MIO COMMENTO COMUNQUE IO SONO UN IMPIEGATO PUBBLICO CHE RITIENE VERGOGNOSO E DENIGRATORIO PER LA MIA CATEGORIA IL COMPORTAMENTO E L’ARROGANZA DEI DIPENDENTI DEL COMUNE CHE PENSANO DI POTER FARE I LORO COMODI PRENDENDO LO STIPENDIO COME LE PERSONE ONESTE……a ridicoli


  • Giorgio

    INCREDIBILE, MI SENTO DI DIRE SOLO QUESTO….
    INNANZITUTTO AVETE RISPOSTO ALLA PERSONA CHE HA FORMULATO LA DOMANDA “Ma se uno va a prendersi un caffè o va in farmacia a prendersi qualcosa perché ha mal di testa è un reato? Siamo al lavoro, mica agli arresti domiciliari”
    SIIIIII !!!!!! ESATTO!!!!! SPIEGATE ALLA CARA LAVORATRICE/LAVORATORE CHE SE VUOLE ANDARE A BERE UN CAFFE’ OD ANDARE IN FARMACIA DURANTE L’ORARIO DI LAVORO DEVE TIMRARE IN USCITA… ALTRIMENTI E’ TRUFFA AI DANNI DELLO STATO.
    DOVETE VERGOGNARVI, I BUFFONI NON SONO QUELLI CHE VI HANNO COLTO IN FLAGRANTE…. CERCATE DI FARE IL VOSTRO DOVERE, ANCHE SE DUBITO SAPPIATE IL SIGNIFICATO DI QUESTA PAROLA.
    DOVRESTE PROVARE AD ANDARE A LAVORARE PER QUALCHE MESE COME PRECARI DA QUALCHE PARTE, IMPARESTE MOLTE COSE.

    VERGOGNA!

    UN LAVORATORE PRECARIO CHE NON PUO ANDARE A BERE IL CAFFE’ AL BAR QUANDO LAVORA.


  • emiliano

    Caro Lavoratore precario, ne avresti tutto il diritto anche tu di prendere il caffe’!!
    Rivendica i tuoi diritti invece di chiedere che li tolgano anche agli altri!!!!!!

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