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Sardegna. Ci sono pecorelle… e pecorelle

L’occupazione del poligono da parte dei pastori di Teulada e Sant’Anna Arresi è stata parzialmente interrotta. Una tregua arrivata dopo un mini vertice con il comando della base. «Con i pescatori siamo stati convocati per questo pomeriggio (mercoledì 7 marzo) al Comando militare della Sardegna. Ma – avverte Andrea Cinus, leader territoriale del Movimento pastori sardi – se non saranno soddisfatte le nostre richieste rientreremo nel poligono e bloccheremo nuovamente le esercitazioni».
Non ci sono ancora notizie su come sia andato l’incontro di oggi pomeriggio a Cagliari al Comando militare autonomo della Sardegna, presenti anche i sindaci di Teulada e di Sant’Anna Arresi. 
E’ dallo scorso sabato che un gruppo di pastori stava di fatto impedendo le esercitazioni militari all’interno del poligono di Capo Teulada, in Sardegna. Rifiutando di portare greggi e mandrie fuori dal territorio del poligono militare, impediscono le manovre del reparto Taurinense e dei Lagunari (quello dei due fucilieri di marina arrestati in India per il presunto omicidio di due pescatori) iniziate alcune settimane fa in Sardegna.
I pastori stanno così protestando per il mancato rinnovo del contratto di co-uso di circa tremila ettari di territorio, scaduto ormai ben due anni fa.

Attualmente i pastori portano le loro greggi sui pascoli del poligono, ma senza contratto. Il contratto di co-uso di cui i pastori chiedono il rinnovo è indispensabile per ottenere i contributi da parte dell’Unione Europea. I pastori, infatti, devono dimostrare di essere in possesso (proprietà o affitto) dei terreni per il pascolo del bestiame. In caso contrario non  possono fruire degli aiuti comunitari: complessivamente, si tratta di circa 250mila euro  all’anno. 
Nel 2002 fu sottoscritto il primo accordo, rinnovato senza difficoltà negli anni seguenti. Due anni fa, invece, intervenne uno stop inspiegabile: «Forse perché abbiamo chiesto ulteriori concessioni – dice Cinus -. Per esempio l’uscita delle greggi alle 8 del mattino, anziché alle 7.30; la realizzazione di un quinto varco per facilitare  l’accesso del bestiame; l’annullamento del canone per l’apertura e chiusura dei cancelli che ci costa più di 5mila euro all’anno. Aggiunti agli 8mila e 500 che  paghiamo al demanio fanno una bella cifra. Il rinnovo del contratto va fatto subito, entro marzo, per non perdere i contributi comunitari».

I carabinieri hanno cercato di notificare ai manifestanti la loro infrazione, ma i pastori hanno rifiutato di farsi identificare. Si erano anzi divisi in piccoli gruppi e sparsi in un’area vastissima minacciando di continuare ad oltranza la loro occupazione. 

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