Questa mattina è scattato a Pioltello lo sgombero del presidio che i lavoratori della Esselunga stavano realizzando da tempo, insieme a picchetti, presidi e cortei molto partecipati.
Mentre dal presidio partiva l’allarme sgombero, dopo l’arrivo sul posto di un consistente contingente di Poliziotti in assetto antisommossa, i celerini hanno circondato il picchetto impedendo a tre lavoratori immigrati che vi partecipavano di poter uscire e ad altri lavoratori che accorrevano di poter passare. Neanche ad un avvocato designato dai lavoratori sarebbe stato permesso di passare. Alla fine le strutture montate mesi fa dai manifestanti – gazebo, tende e pannelli – sono state distrutte e il presidio è stato transennato. I vigili, spalleggiati da parecchie decine di agenti di Polizia e Carabinieri, sono arrivato sul posto con una ruspa, che gli ha permesso di spianare il presidio in pochi minuti. Ufficialmente con la scusa della “mancanza di igiene all’interno del presidio e a tutela della sicurezza per la presenza di bombole a gas”. Secondo il sindacato Si.Cobas “la decisione è maturata ieri sera grazie a un’ordinanza firmata dal sindaco del PD, Concas, già protagonista nel recente passato di eroiche imprese contro i bambini rom della zona, nonchè di pressioni sulla prefettura affinchè venisse rimosso il presidio di Pioltello”.
I lavoratori, immigrati e non, i rappresentanti di alcuni sindacati di base e gli attivisti di alcuni collettivi studenteschi e di alcuni centri sociali arrivati sul posto dopo l’inizio dell’intervento delle forze di sicurezza – “Vittoria” e “Baraonda” – hanno deciso di indire una assemblea a Pioltello per questa sera, dalle ore 21.00, per discutere come reagire allo sgombero di oggi del presidio e come proseguire la lotta per la stabilizzazione e l’assunzione dei precari.
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