Visto che l’articolo 18 è in via di smantellamento e la maggioranza dei parlamentari sono favorevoli ai licenziamenti senza giusta causa e per motivi puramente economici perchè porterebbero più posti di lavoro (!) qualche azienda comincia ad assaporare l’ebbrezza del nuovo scenario. Il licenziamento da parte di Autolinee Toscane di Sauro Certini, autista di pullman, rappresenta forse il primo esempio di quello che succederà da qui a poco, se i lavoratori e i movimenti sociali di questo paese non sapranno immediatamente mettere in campo una mobilitazione non rituale e all’altezza dell’attacco ai diritti e alla democrazia in corso.
L’articolo 18 attualmente in vigore non permette i licenziamenti ‘per motivi economici’, ma l’azienda toscana di trasporto prova ad anticipare i tempi, applicando la nuova versione cucinata da Monti-Fornero. La mossa non è legale, naturalmente, e altrettamento naturalmente i sindacati di ogni colore e affiliazione gridano allo scandalo e promettono battaglia per far rientrare l’ingiusto licenziamento. Anche quei sindacati che hanno detto che la riforma del lavoro partorita dal governo tecno non è poi così male e che in tempi di crisi i lavoratori dovranno pur rinunciare a qualche diritto in nome “dell’interesse nazionale”.
Al di là della strumentalità di certe prese di posizione, pare che i sindacati di settore e territoriali siano pronti a indire uno sciopero regionale di categoria per stoppare l’ingiusto licenziamento. «È un atto vergognoso: l’azienda ha di fatto anticipato la riforma del lavoro» tuona con sicuramente più credibilità la Rsu di Ataf, che fa notare come la lettera di licenziamento sia firmata dall’amministratore delegato di Autolinee Toscane, Jean-Luc Laugaa, «lo stesso amministratore delegato di Gest, che pochi giorni fa sembrerebbe aver fatto pressioni sui lavoratori della tramvia per impedirgli di scioperare ed è lo stesso che si presenta come papabile acquirente di Ataf Gestioni». Le Rsu dell’Ataf finora sono state impegnate, insieme al alcuni comitati ad hoc creati dai cittadini e con il particolare protagonismo dei sindacati di base, nella battaglia contro la privatizzazione del trasporto pubblico locale voluta dal sindaco Renzi. Cosa c’entra? C’entra, perchè le Autolinee Toscane, di proprietà al 100% di Ratp, hanno già presentato domanda per partecipare al bando per la gestione della futura Ataf privatizzata e non è da escludere che sfruttando le opportunità concesse dalla gara unica regionale i francesi puntino a prendersi tutto il trasporto regionale.
Alla luce dell’ingiusto e provocatorio licenziamento del proprio dipendente la Rsu Ataf chiede che Autolinee sia esclusa dalla possibilità di partecipare a qualsiasi gara. Come fa un’azienda che dice di avere problemi economici a poter pretendere di essere considerata affidabile al momenti di accaparrarsi un’azienda pubblica in via di privatizzazione? Un ulteriore paradosso sta nel fatto che l’azienda afferma che i propri problemi economici dipendono dal taglio dei finanziamenti da parte degli enti locali (!)…
Vedremo come finirà. Fatto sta che dopo le fabbriche di Marchionne il trasporto si conferma – dopo i licenziamenti di numerosi capostazione e macchinisti per motivi e con modalità illegali e intimidatorie – uno dei fronti principali dell’assalto padronale ai diritti e alle garanzie. Quelli difesi dalla Costituzione e dallo Statuto dei Lavoratori che non a caso il peggiore governo che questo paese abbia mai avuto dalla fine della Seconda guerra mondiale sta tentando in ogni modo di controriformare.
Intanto nell’azienda manager e proprietari assaporano il brivido di poter licenziare in tronco qualcuno senza neanche doversi inventare fantasmogoriche mancanze o violazioni del lavoratore. All’insegna del mai trasmontato slogan “facciamo un po’ come cazzo ci pare”…
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CPA fi-sud
SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI DEL TRASPORTO PUBBLICO REGIONALE
La società autolinee toscane il giorno 28 marzo 2012 ha licenziato un dipendente, delegato sindacale COBAS, motivando la decisione con la sua inutilità dal momento che alcune linee sono state soppresse o ridimensionate per i tagli al trasporto pubblico.
Ci chiediamo, quando il TPL sarà privatizzato, cosa i nuovi padroni, svincolati da ogni responsabilità, intenderanno fare dei restanti autisti. Magari rottamarli, o forse solo sostituirli in caso di sciopero, come poco tempo fa la proprietà francese RATPDEV ha già fatto con gli autisti della tramvia fiorentina o come il comune ha pensato bene di fare con i lavoratori del maggio musicale fiorentino pochi mesi fa.
Ci chiediamo anche cosa succederà se un progetto d’austerity che privatizza i servizi e svende un territorio, come quello che ci vogliono propinare, riuscirà a risolvere coi privati interessi anche i problemi di aziende già piegate dalla malagestione del trasporto e delle infrastrutture nonché da sperperi in buonuscite d’oro ai dirigenti “meritevoli” e altre trovate di simile fattura; se, eliminato l’art.18 e magari tutto lo statuto dei lavoratori, i lavoratori dipendenti, magari prima i più “scomodi”, si troveranno tutti licenziati per motivi economici.
Se decisioni come quella di società autolinee toscane sono parte delle risposte che cerchiamo, possiamo immaginare quali altri “sacrifici” ci verranno imposti.
Come Centro Popolare Autogestito Firenze Sud siamo al fianco del lavoratore ad oggi licenziato dalla società autolinee toscane ed esprimiamo tutta la nostra solidarietà a lui come a tutti i lavoratori che lottano per liberare il proprio lavoro dai giochi economici fra dirigenze aziendali e istituzioni conniventi.
FIRENZE NON E’ IN VENDITA!!!
SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI IN LOTTA
Centro Popolare Autogestito Firenze Sud