Appalti, coop e pestaggi. Alle sei del mattino dell’altro ieri una piccola arteria del cuore della zona industriale di Padova è stata bloccata. Per tutta la mattinata, infatti, con un’iniziativa dell’Adl-Cobas, sindacato che segue la vertenza in loro difesa, i lavoratori della Mtn hanno bloccato l’attività in entrata e in uscita fermando il transito dei camion dell’azienda, che fa parte del gruppo Log Service Europe Spa e opera nel settore dei trasporti e della distribuzione in Italia.Una risposta decisa e concreta a quanto accaduto il 30 marzo scorso, quando gli stessi lavoratori erano arrivati dalla sede di Verona, dove il blocco delle merci in transito era già iniziato da due giorni, per protestare davanti all’unità operativa di via Nuova Zelanda a Padova. Ad attenderli, però, hanno trovato una ventina di persone armate di spranghe, bastoni e taglierini. Per questo motivo i lavoratori sono tornati davanti ai cancelli della Mtn per bloccare le attività produttive, arrivando nel cortile e poi fin dentro gli uffici.Dopo alcune ore di blocco i rappresentanti dell’Adl, ricevuti dal responsabile della ditta, hanno ribadito che la mobilitazione continuerà fino a quando la cooperativa Borgato, subentrata nell’appalto da dicembre, non sarà allontanata. Le botte L’aggressione fisica del 30 marzo ai lavoratori e ad alcuni membri dell’Adl Cobas rappresenta un fatto inedito e gravissimo nella risoluzione delle vertenze sindacali. Così la zona industriale di Padova è diventata per un giorno la Gomorra del nord-est.
I lavoratori chiedevano il riconoscimento di alcuni diritti minimi, quali l’anzianità di servizio ed il precedente livello di inquadramento, a fronte dell’ennesimo cambio di cooperativa nell’appalto scattato a dicembre, dalla Steel Coop 2 all’attuale Borgato Group, con la conseguente trattenuta “a garanzia” per la vecchia cooperativa di ingenti somme, e il mancato riconoscimento dei livelli retributivi già acquisiti. Per questo «la mobilitazione contro la cooperativa Borgato -commenta Gianni Boetto dell’Adl Cobas – è contro lo schiavismo della precarietà e si inserisce nelle mobilitazioni in difesa dell’art. 18 inteso come argine. Non è accettabile che si abbassi la soglia dei diritti. L’idea che le vertenze sindacali possano essere risolte con la violenza non può e non deve passare, perché sancirebbe la fine dei diritti dei lavoratori e di chi li difende».Marcia della dignità I delegati di Verona dell’Adl Cobas hanno deciso di dare un segnale attraverso una «marcia della dignità», che si svolgerà il 14 aprile. Lavoratori di cooperative, precari, sfrattati, tutti coloro che sono vittime della crisi e di sistemi di sfruttamento e di indebitamento, marceranno da S. Bonifacio a Verona, per reclamare dignità, reddito, diritti. Per tutti.
da “il manifesto”
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