Menu

Taranto. All’Ilva uno sciopero con obiettivi assai diversi

La USB ha dichiarato lo sciopero dei lavoratori dell’ILVA per l’intera giornata di oggi, a cui hanno aderito migliaia di lavoratori che hanno partecipato all’assemblea davanti alla portineria A dello stabilimento.
“La Confederazione USB sottolinea con forza che questa azione non ha e non vuole avere alcuna relazione con lo sciopero indetto da Uilm e Fim. La USB non sciopera contro la magistratura e non strumentalizza la crescente preoccupazione dei lavoratori e propone di organizzare rapidamente una grande manifestazione a Roma per dimostrare che i protagonisti principali di questa vertenza sono proprio lo Stato ed il Governo”.
L’USB dell’ILVA aveva indetto per la giornata di oggi lo sciopero, dalle ore 9.00 fino alle ore 16.00, con assemblea permanente dei lavoratori, che è in corso davanti alla portineria A dello stabilimento di Taranto.
“Lo sciopero è indetto contro l’ILVA e contro il Governo – spiega Francesco Rizzo, USB ILVA – prendiamo le distanze dalle motivazioni di FILM e UILM perché i colpevoli di questa situazione non sono né la città né la magistatura, ma la famiglia Riva, che continuia a negare gli investimenti necesari per il risanamento. Noi  reclamiamo salute e lavoro, che sono diritti scanciti dalla Costituzione”. “Nel corso dell’assemblea – annuncia Rizzo – USB proporrà una grande manifestazione a Roma, per chiedere al Governo che obblighi l’ILVA a mettere i soldi oppure NAZIONALIZZI la fabbrica, espropriando i Riva e facendo loro pagare anche danni provocati”, conclude il delegato USB.

Dal magistrato, il gip Todisco, che già due mesi fa aveva disposto il sequestro dell’area a caldo dell’Ilva per inquinamento, è arrivato un doppio no, il primo all’istanza con cui l’azienda chiede una “minima capacità produttiva”, il secondo al piano dell’azienda di soli 400 milioni di euro per i primi interventi di risanamento degli impianti quando per essi sono necessari almeno 4 miliardi. Il gip parla infatti di “assoluta inadeguatezza” della proposta aziendale e sottolinea: “Non può non rilevarsi con grande amarezza come tutti gli interventi proposti da Ilva siano esattamente quelli facenti parte di due atti d’intesa adottati tra l’Ilva, Regione Puglia, Comune di Taranto, Comune di Statte e organizzazioni sindacali l’8.01.2003 e il 27.02.2004 e molti di essi dovevano già essere realizzati da diversi anni”.

A questo punto diventa importante l’entrata in campo dei lavoratori che l’azienda sta cercando in tutti i modi di strumentalizzare ai propri fini. La USB dell’Ilva ha dichiarato lo stato di mobilitazione generale contro la direzione dell’Ilva e l’inerzia del Governo, per difendere l’occupazione e per la tutela della salute di tutti i Lavoratori e di tutti i Cittadini di Taranto. “Basta farsi prendere in giro dalla proprietà “spalleggiata” da sindacati compiacenti, la quale non intende ottemperare a quanto disposto dalla Magistratura e cerca di strumentalizzare la giusta preoccupazione dei Lavoratori per condizionare l’operato dei Giudici” afferma l’Usb in un comunicato.
”A questo punto o Riva decide di investire seriamente per il rilancio dello stabilimento e per la bonifica del territorio, con tutti i “soldi” incassati in questi anni di utili e profitti enormi, e non con i miseri e insufficienti 400 milioni stanziati dal Gruppo …oppure l’unica soluzione è quella di nazionalizzare senza alcun indennizzo a Riva (anzi facendogli pagare il dovuto)”.

Lo Stato deve quindi assumersi le proprie responsabilità, secondo il sindacato, “garantendo Lavoro, Salario e Salute. La nazionalizzazione renderebbe possibile e praticabile ciò che ha disposto la Magistratura ed il mantenimento dei posti di lavoro!”
In questo modo, sostiene la Usb, sarebbero così salvaguardati i salari che fanno vivere decine di migliaia di famiglie, la salute dei cittadini di Taranto e degli stessi lavoratori, la produzione industriale di acciaio, ma anche il diritto e la giustizia, cose queste sempre più rare nel nostro Paese. Serve, quindi, costruire tutte le iniziative, dallo sciopero ai blocchi, e sostenere quelle Manifestazioni locali e regionali che non sono rivolte contro la magistratura e che hanno l’obiettivo di salvaguardare lavoro e salute, occupazione e tutela dell’ambiente. L’USB, inoltre, lancia la proposta di una grande manifestazione a Roma con la partecipazione compatta di tutti i Lavoratori e Cittadini. Anche lo Slai Cobas afferma di concordare sullo sciopero  e la mobilitazione unitaria e di massa degli operai Ilva e indotto “ma esso deve essere contro padron Riva e il governo Monti-Clini  che non vogliono mettere i soldi necessari al vero risanamento della fabbrica e del territorio… i lavoratori lottano per tenere aperta la fabbrica con una vera messa a norma e difendere il lavoro e il salario di tutti gli operai e la salute dei lavoratori e della città”.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

1 Commento


  • aldo

    Non si è mai visto morire di fame per la disoccupazione,mentre si muore tragicamente per tumore riscontrato nei luoghi di lavoro (non solo all’Ilva)
    Basta con i sindacati gialli al dervizio del profitto e delle pompe funebri.
    Piena solidarietà a Todisco.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *