Mentre per tutta la giornata si sono rincorse le voci sulle possibili dimissioni del sindaco di Roma Alemanno, nel pomeriggio di ieri il centro nevralgico di Roma è rimasto bloccato dalla protesta popolare. Centinaia di sfrattati, occupanti di case, futuri senza casa, hanno bloccato la centralissima Piazza Venezia. O meglio sono stati costretti a bloccare, perché la polizia non ha consentito che in corteo salissero dalla tendopoli allestita in piazza Madonna di Loreto fino al Campidoglio dove è in discussione la rognosa delibera nr.84 che procede alla svendita del patrimonio pubblico del Comune di Roma e ipotecherà in negativo ogni intervento futuro sull’edilizia popolare e l’emergenza abitativa a Roma. Una operazione che dovrebbe servire a risanare i buchi di un bilancio non ancora approvato, dopo il tentativo fallito di ricavare 220 milioni di euro dalla vendita del 21% delle quote di Acea. La nuova mossa della giunta Alemanno si inserisce nella cornice del Decreto sviluppo varato dal governo Monti lo scorso giugno, che definisce ulteriori tagli alla spesa e dismissioni del patrimonio pubblico. La Cassa depositi e prestiti gestirà il Fondo in cui confluiranno beni e aree, provvedendo alla valorizzazione e alla vendita sul mercato, mentre gli enti locali riceveranno una quota di partecipazione che dovrà essere usata per la riduzione del debito e che nel caso di Roma corrisponde al 25% dei 230 milioni di euro stimati dalla futura valorizzazione.
Per molto tempo ieri pomeriggio i senza casa si sono fronteggiati con la Polizia su Piazza Venezia bloccando il centro della città, poi sono partiti in corteo verso il Colosseo. Ed oggi sono decisi a tornare sotto le finestre del Consiglio Comunale che è stato nuovamente convocato per discutere e approvare la delibera 84.
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