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Milano. Il San Raffaele come Pomigliano

Hanno vinto i NO dei lavoratori nel referendum all’ospedale San Raffaele di Milano sull’accordo siglato al ministero del Lavoro nel tentativo di scongiurare  244 licenziamenti annunciati dalla proprietà. Il referendum si e’ chiuso questo pomeriggio alle 16.
I voti contrari al documento, sottoscritto a Roma da 9 delegati della Rsu su 17 presenti alla trattativa fiume nella sede del ministero del Lavoro, sono stati 1.365, contro 1.110 voti favorevoli; 11 le schede bianche e 66 le nulle. Il referendum ha registrato un’affluenza di massa dei lavoratori dell’ospedale milanese:2.551, su un totale di 3.008 aventi diritto al voto.
Le votazioni sono avvenute  nel tendone del presidio permanente e nella mensa.  Giovedì 31 gennaio i sindacati saranno nuovamente a Roma nella sede del ministero del Lavoro dove, secondo la volonta’ espressa dai lavoratori, dovranno rappresentare il rifiuto dei lavoratori a sottoscrivere un accordo-capestro.
Dopo lunghi mesi di lotta con scioperi, occupazione dei tetti, trattative istituzionali ed un presidio permanente mantenuto giorno e notte dai lavoratori, una parte della RSU, nell’ambiguità di posizione dei sindacati di appartenenza, aveva deciso di firmare – in assenza di mandato dei lavoratori – un’ipotesi d’accordo che, nella sostanza, fa pagare i costi della gestione spregiudicata del San Raffaele a infermieri, tecnici, operatori sanitari e personale amministrativo.
Nell’accordo proposto, la proprietà si rifiuta di sottoscrivere che non farà licenziamenti per tutta la durata dell’accordo; il salario viene ridotto in media del 9%, con punte del 10,3%, intaccando indennità contrattuali, con la deroga, e rifiutando di mettere un limite temporale ai “sacrifici” richiesti ai lavoratori, si lega il salario all’andamento economico (sic!) senza neanche l’obbligo di presentare il piano industriale al Ministero;  vengono azzerati i diritti acquisiti con il passaggio dal contratto della sanità pubblica a quello della privata, disdettando tutti gli accordi decentrati frutto di 40 anni di lotte;  viene precarizzato il lavoro con la possibilità di cessione di ramo d’azienda, esternalizzazioni  e lavoro stagionale.
L’USB non ha firmato e si era impegnata per il no all’accordo  “per mantenere alta la lotta e non spaccare il fronte dei lavoratori, per non alimentare un’umiliante lotta tra poveri”. I lavoratori le hanno dato ragione, consenso e mandato democratico.

Qui di seguito il comunicato della Usb sull’esito del referendum tra i lavoratori del San Raffaele

Ospedale S.Raffaele di Milano. Referendum, vince la dignità!
I lavoratori e le lavoratrici del San Raffaele non si piegano al ricatto.

L’esito del referendum all’Ospedale San Raffaele di Milano ha visto i NO (55%) prevalere sui Sì (45%). Lo spoglio delle 2551 schede (su 3008 aventi diritto, per un quorum dell’84%) si è tenuto in un aula gremita di lavoratori e lavoratrici.
Il risultato non era affatto scontato visto l’impegno dell’Amministrazione che ha cercato in tutti i modi (disinformazione utilizzando sms e mail) di convincere, anche attraverso l’opera capillare di caposala e capi-servizio, lavoratori e lavoratrici a votare per il Sì, con bassezze che hanno rasentato il ricatto morale.
Non stupisce che anche alcuni sindacati (CGIL, UIL, FIALS, UGL), che inizialmente si erano espressi per la “libertà di coscienza”, si sono poi schierati sulla stessa posizione dell’Amministrazione, per gettare le basi del futuro collaborazionismo sindacale.
“Una conferma per chi come noi non ha mai accettato di piegarsi al ricatto dell’Amministrazione. Certamente ora si apre una fase impegnativa, ma siamo pronti a sostenere sia la mobilitazione che le vertenze e il reddito dei colleghi, attraverso una cassa di resistenza e solidarietà” dichiara Pierluigi Previtali, rappresentante sindacale di USB.
“La prossima tappa sarà giovedì 31 a Roma, presso il Ministero” continua il rappresentante sindacale, dove dopo la pratica burocratica di verbalizzazione del mancato accordo chiediamo che ci sia l’apertura di un tavolo di trattativa, perché si possa continuare a garantire i livelli occupazionali e salariali. Il gruppo Rotelli si è già dimostrato non in grado di gestire questa struttura complessa, nonostante gli ingenti trasferimenti pubblici: garantisca posti di lavoro e stipendi adeguati o si faccia da parte e intervengano Governo e Regione.” Conclude Pierluigi Previtali.

USB – Ospedale San Raffaele

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