I partiti giocano ai veti incrociati per formare o meno un governo che sembra non avere i numeri sufficienti per nascere, Napolitano scova un pezzo di costituzione sconosciuto e si inventa i 10 grandi saggi che sembrano dei nani rispetto alla situazione che dovrebbero affrontare, l’economia è sempre più nel baratro mentre i cosiddetti “mercati” stanno aspettando di mettere a segno qualche altro “colpo maestro” per orientare la politica e BCE e Germania sono sempre più nervose ed indispettite per aver scommesso sul cavallo sbagliato, su quel Monti che è ancora al governo ma che ha miseramente perso le elezioni.
Cgil, Cisl, Uil e Ugl sono rintanate nelle proprie stanze per leccarsi le ferite dopo aver puntato chi sul PD vittorioso, chi su una grande affermazione dello schieramento centrista, sperando che lo tsunami, dopo aver colpito i partiti, non si abbatta anche su di loro, sulle loro attività e sulle loro aziende.
I cittadini ed i lavoratori sono in balia di scommesse e di ipotesi fantasiose, di “nani e ballerine”, di presunti grandi statisti e di politici consumati, senza ben capire che cosa potrà accadere nei prossimi mesi, ma ben consci di vivere una situazione che vede ridursi di giorno in giorno il potere d’acquisto di salari e pensioni ed aumentare disoccupazione e povertà.
Noi crediamo che quando le situazioni si complicano sia necessario analizzarle in modo altrettanto complesso ed attento, ma è anche giusto operare e non rimanere nell’ambito aleatorio della teoria.
In questo senso sono quindi opportune anche delle semplificazioni dettate da un sano pragmatismo che diano senso compiuto e concretezza alle proprie tesi.
Siamo convinti, e lo abbiamo scritto più volte, che questi partiti stanno discutendo di questioni estranee alle esigenze di chi lavora e più in generale di tutti i cittadini.
Se non si mette al centro il lavoro, quello da tutelare, quello da creare e quello da ritrovare, non c’è formula politica che tenga in una situazione di crisi come l’attuale.
Se non si adottano misure drastiche che rimettano in discussione gli elementi portanti di un sistema economico e politico che non regge più e che ha creato disequilibri sociali inaccettabili, ogni tentativo di mettere qualche improbabile toppa è destinato al fallimento.
E’ indispensabile una trasformazione sociale, politica ed economica rapida e radicale che superi la situazione attuale e che rimetta al centro l’uomo ed il lavoro.
Per questi motivi la contemporanea fase congressuale di USB, pur se inserita in questo contesto generale incerto e pieno di incognite, parte necessariamente dai “fondamentali” del fare sindacato.
Come abbiamo affrontato la crisi dal punto di vista sindacale? Come analizziamo la crisi e lo scenario economico e politico in cui ci troviamo ad operare? Quali sono gli obiettivi a breve e medio termine? Quale strumentazione sindacale è necessaria per affrontare al meglio questa fase? In sintesi, quale è il sindacato che serve oggi ?
Verificare il lavoro fatto, analizzare la situazione generale, definire gli obiettivi, individuare gli strumenti da utilizzare rispetto alla funzione che è necessario dare al sindacato in questa fase. Questi sono quindi i quattro temi che sono e saranno alla base di tutte le fasi congressuali del nostro sindacato. Il tutto accompagnato da una condizione fondamentale che ci ha sempre guidato e che continuerà a rappresentare uno degli aspetti prioritari del nostro agire: l’indipendenza da partiti e governi, oltre che dalle controparti aziendali.
Il Congresso, iniziato nei primi giorni di Marzo con le Assemblee congressuali sui posti di lavoro, è proseguito con i Congressi a livello provinciale che termineranno in questi giorni e procederà con i congressi regionali e quelli nazionali di categoria che si terranno il 4 e 5 Maggio prossimo.
Il 7, 8 e 9 giugno si svolgerà la fase conclusiva, con il Congresso nazionale confederale che si terrà a Montesilvano e che sarà accompagnato anche da incontri sindacali a livello internazionale.
“Rovesciare il tavolo” è la frase simbolo di questo 1° Congresso USB. Un Congresso che parte quindi da basi reali e concrete, che non dimentica che il ruolo fondamentale del sindacato non può che essere generale, che deve essere strumento di emancipazione e cambiamento, che deve utilizzare vecchi e nuovi strumenti per rappresentare un’alternativa valida al vecchio, superato, inutile e dannoso sistema sindacale nel quale nuotano ancora Cgil, Cisl, Uil e Ugl.
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