“Questa mattina è stato necessario rispondere ad un bisogno, per riappropriarsi di un diritto che in questa città è negato”. È il comunicato dell’ASIA USB che a Bologna occupa l’ex Istituto Severino Ferrari in via Toscana 136 con una settantina di occupanti provenienti da diversi paesi extra europei. Sono ormai parecchi mesi che l’Associazione Inquilini e Assegnatari è in presidio davanti all’ex caserma Sani, in attesa che, dopo il via libera del Demanio, il Comune firmi la trattativa per la concessione della caserma dismessa per scopi di riuso e abitativi. Qualche giorno fa la chiusura del Piano Freddo (e neanche a dirlo, a Bologna piove da una settimana), e mentre i governanti della città erano impegnati a progettare la vendita del patrimonio immobiliare Epr (vedi https://www.contropiano.org/archivio-news/archivio-news/in-breve/italia/item/15625-bologna-il-comune-dismette-il-patrimonio-immobiliare-popolare) erano in 200 ad essere messi su una strada per la fine del programma assistenziale per l’Emergenza Freddo.
“L’assistenza non è ciò che vogliamo” dichiarano gli occupanti “Abbiamo bisogno di diritti e di case in cui abitare, non dormitori in cui essere ospiti”. Una questione che dev’essere dunque affrontata in modo urgente, perché l’occupazione di oggi, nonostante la trattativa in corso sulla caserma Sani, risponde ad un esigenza concreta e urgente di tutte quelle persone che vivono e lavorano in questa città e che l’Amministrazione comunale ha voluto trattare come emergenza temporanea e non come problema sociale e politico. “Solo il riutilizzo del patrimonio può essere in grado di bloccare la crescente emergenza abitativa, e questa è la richiesta che da oltre un anno stiamo avanzando a questa Amministrazione, e la richiesta di riuso della Caserma Sani è un punto importante di questo percorso. Non possiamo più attendere senza ricevere risposte concrete”.
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