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“Rovesciare il tavolo”. L’Usb a congresso

Si aprirà oggi alle 14.00, a Montesilvano (Pescara), il primo Congresso nazionale dell’Unione Sindacale di Base, che si svolgerà dal 7 al 9 giugno presso il Grand Hotel Adriatico, via Carlo Maresca 10. Dopo un fitto percorso democratico, che ha visto gli iscritti dell’USB protagonisti del dibattito nelle assemblee nei luoghi di lavoro e nei congressi che si sono tenuti negli organismi provinciali, regionali e di categoria, il Congresso nazionale all’USB rappresenta una importante verifica dei risultati ottenuti dal maggio 2010, quando con la parola d’ordine “Connetti le tue lotte” diverse organizzazioni sindacali si unirono per dare vita alla nuova confederazione.
“Ci troviamo in una fase in cui la crisi e la situazione a livello politico fanno sì che la gente ti vede come se fossi uguale a tutto il resto. Devi dimostrare la tua differenza con i fatti e i modelli che riesci a mettere in piedi” sostiene Fabrizio Tommaselli, dell’Esecutivo confederale della Usb. “E’ questa la grossa difficoltà che hanno davanti le organizzazioni sindacali che intendono opporsi realmente alle politiche di austerity”.
Al centro del confronto congressuale c’è l’elaborazione e lo sviluppo di un programma di lotta e di crescita del sindacato indipendente e di classe, che metta in discussione le politiche economiche, europee e nazionali, basate sul ricatto del debito, sui diktat della BCE e sulle logiche del profitto, rivendicando un forte impegno dello Stato attraverso processi di nazionalizzazione dei settori strategici, di rilancio di tutto il settore pubblico, di sostegno attivo all’occupazione, al reddito, al diritto all’abitare; di rilancio della previdenza pubblica, di tutela della salute e dell’ambiente. La vicenda dell’Ilva di Taranto, dove la Usb è cresciuta notevolmente nell’ultimo anno, è la dimostrazione della credibilità e della necessità di questo percorso.
Inevitabilmente nel dibattito congressuale entrerà pesantemente la questione della rappresentanza, su cui il congresso delibererà le iniziative necessarie al maggior contrasto possibile contro l’ “accordo della vergogna”, siglato il 31 maggio scorso da Cgil Cisl e Uil. “L’obbiettivo vero di questo accordo, è quello di svolgere un’azione preventiva contro il conflitto da parte dei lavoratori, che sta crescendo in tutto il Paese, e di disarmare quelle organizzazioni sindacali che sostengono questo conflitto” afferma Pierpaolo Leonardi dell’Esecutivo confederale della Usb. “Noi metteremo in campo tutte le iniziative possibili, di mobilitazione, legali, sindacali, ed in tutte le possibili sedi, per contrastare questo accordo della vergogna”.  Questo è un accordo fra le parti che pretende di normare la vita e i diritti democratici di milioni di lavoratori e lavoratrici del settore privato – ci tende a precisare Leonardi – un accordo che si arroga il diritto di sostituirsi alla regolamentazione per legge dell’articolo 39 della nostra Costituzione”.

Sarà questo un altro punto nodale del dibattito e delle decisioni del congresso dell’Usb: il contrattacco sul piano dei diritti e delle tutele, per un riscrittura della legislazione sul lavoro in senso estensivo ed una legge sulla rappresentanza sindacale che restituisca ai lavoratori la libertà sul posto di lavoro, il pluralismo e la democrazia. Tra le ambizioni niente affatto remote quella che il rafforzamento dell’USB diventi una concreta alternativa sindacale a Cgil Cisl Uil.

Infine ma non per importanza, c’è il rafforzamento dell’azione sindacale sul piano internazionale, tema che verrà affrontato anche grazie alla presenza di rappresentanti sindacali di diverse organizzazioni europee (tra cui il Pame dalla Grecia, Solidaire dalla Francia e altri sindacati dai paesi Pigs) e della Federazione Sindacale Mondiale, FSM/WFTU, di cui l’USB è membro.
Il dibattito prenderà le mosse dal documento congressuale dal titolo “ROVESCIARE IL TAVOLO – Per un sindacato di Classe, conflittuale, indipendente”. (vedi Il Documento congressuale). “Rovesciare il tavolo”, lo slogan del nostro congresso, vuol dire non aver paura di fare determinate affermazioni contro la politica della complicità. Non si deve più aver paura di affermazioni e di pratiche di antagonismo. Occorre cominciare ad alzare il tiro laddove la politica dà una lettura abbastanza uniforme della realtà” sostiene Tommaselli. “Per quanto riguarda l’euro, per esempio, eravamo in pochi a dire che nella crisi c’erano precise responsabilità dell’Europa. Ciò impone un approccio che non può essere quello della semplice quanto inutile riduzione del danno”.
Un sindacato conflittuale dunque che non si riduca alla sola rappresentazione: “Troppo spesso intorno a noi sentiamo invocare il conflitto – si legge nel documento congressuale –  troppo spesso questa rimane soltanto una invocazione. A noi costruire le condizioni affinché la nostra parola d’ordine congressuale divenga cultura di massa, condivisa e praticata”.

 

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