L’ampliamento della flessibilità, annunciato dal governo con l’alibi dell’Expò 2015, insieme alla riprogrammazione dei fondi europei hanno la chiara finalità di aumentare la ricattabilità dei lavoratori e la libertà di agire delle imprese. La pressione fiscale, in particolare quella operata dagli enti locali, è arrivata oltre ogni limite ed ha posto l’Italia al top in Europa per livelli di tassazione diretta ed indiretta.
Il governo sostenuto dal Presidente Napolitano conferma l’acquisto degli F35, costosissimi cacciabombardieri da guerra mentre sottrae fiumi di denaro alla scuola e alla ricerca pubblica, alla sanità, alla previdenza.
La disoccupazione non scenderà, né quella giovanile né quella generale, e cresceranno invece l’indignazione e il desiderio di rivolta.
Contro queste politiche la Confederazione USB, la Confederazione Cobas e la CUB proclamano lo sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private per l’intera giornata del 18 ottobre 2013.
Lo sciopero generale è indetto: per il rinnovo dei contratti, l’aumento di salari e pensioni e la riduzione dell’orario di lavoro; contro le politiche di austerità in Italia ed in Europa e contro il governo italiano delle larghe intese che quelle politiche gestisce; per la scuola e l’istruzione pubbliche, per la sanità e i beni comuni pubblici e per la costruzione di un diverso modello sociale e ambientale; per la nazionalizzazione di imprese in difficoltà o di interesse strategico per il Paese; per il diritto ad una vera democrazia fondata sulla partecipazione, che rifiuti deleghe autoritarie nei luoghi di lavoro e per una legge democratica sui diritti dei lavoratori e sulla rappresentanza sindacale.
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