La USB Calabria ha posto particolare attenzione ai dati diffusi dagli istituti di ricerca specializzati, da cui emerge, tra l’altro, che vi sono ben 181.000 lavoratori in nero, facendo della Calabria la regione più colpita dal fenomeno a livello nazionale.
Abbiamo analizzato anche i dati ufficiali Istat sull’occupazione nella nostra regione: in Calabria su poco più di 2 milioni di abitanti, ce ne sono 1.130.000 circa in età lavorativa e, dal momento che, sempre secondo l’Istat, il tasso di disoccupazione ufficiale in Calabria è del 25%, nella nostra regione, togliendo tutti i minori, gli anziani, gli studenti e i disoccupati, lavorano solamente 850.000 persone circa, molto meno della metà degli abitanti.
Molti di questi, poi, sono lavoratori precari, con contratti capestro (tipo operatori di call center) per cui la situazione è ancora più drammatica.
La cosa che appare davvero sconcertante, leggendo questi numeri, è che in Calabria vi siano oltre 181.000 nostri corregionali che vengono regolarmente sfruttati da imprenditori, i quali non versano loro alcun contributo e, ovviamente, non offrono alcuna tutela in materia di sicurezza sul lavoro.
Tutto ciò indica che ogni 4,6 lavoratori regolari, ce n’è uno irregolare, cioè quasi il 22% di coloro che in Calabria in un modo o nell’altro sono occupati, risultano essere lavoratori in nero: una percentuale mostruosa!
Sempre secondo le Agenzie specializzate, tutto ciò si traduce in una perdita secca per le casse dello Stato e per quelle regionali, di ben 1.375 euro di imposte evase, per ogni lavoratore in nero.
Certamente la scarsa possibilità di trovare una occupazione regolare e, soprattutto, retribuita contrattualmente (non dimentichiamo la diffusissima piaga delle buste paghe gonfiate), contribuisce non poco all’accettazione da parte di molti di condizioni di lavoro che comportano lo sfruttamento totale e l’assenza di qualsiasi garanzia per il futuro.
Tra questi, in quanto a sfruttamento, entrano purtroppo di diritto i lavoratori extracomunitari i quali, oltre ad essere pagati davvero una miseria, vengono costretti a vivere in condizioni assolutamente disumane, assai vicine alla schiavitù.
Questa è una situazione che la USB Calabria sta denunciando da tempo, ma occorre una presa di coscienza da parte di tutti i lavoratori, anche di quelli che poi magari, nelle pieghe di questo sfruttamento, fanno entrare il malcostume della “convenienza” per ottenere, a fianco del lavoro nero, anche l’erogazione della disoccupazione o della cassa integrazione.
La questione della (dis)occupazione in Calabria, non può più convivere con il dramma del lavoro nero, per cui occorre denunciare subito e con forza ogni sfruttamento.
Anche per questo, la Federazione regionale USB Calabria invita tutti quanti a partecipare allo sciopero generale del prossimo 18 ottobre, per il quale saranno organizzati gli autobus.
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