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Pomigliano. I cassa integrati contestano la convention della Fiat, anche per ricordare Pino

I lavoratori in cassa integrazione della Fiat di Pomigliano D’Arco (Napoli) e del reparto logistico di Nola, aderenti allo Slai Cobas, hanno manifestato questa mattina sul viadotto che porta agli ingressi della fabbrica, dove era stata convocata una convention con 700 concessionari italiani e stranieri. I lavoratori chiedono il ritorno al lavoro di tutti i cassintegrati.
”Mentre i lavoratori si ammazzano per la disperazione – denuncia Luigi Aprea, ex Rsu in fabbrica – la Fiat organizza mega eventi, quasi a dire ‘vogliamo stupirvi con effetti speciali’.
Lo ha fatto in passato, annunciando rilanci industriali per questa fabbrica, mai avvenuto, e lo fa oggi. Ma noi siamo qui, con il rammarico nel cuore per aver salutato il nostro compagno Giuseppe, che si è ammazzato solo pochi giorni fa. Questo dramma rispecchia tutta la disperazione dei cassaintegrati: loro festeggiano tra scenografie colossali mentre sterminano i cassaintegrati. Non ci stiamo”. Martedi 4 febbraio Pino, operaio di Pomigliano e attivista dello Slai/Cobas,  si è ucciso nella sua casa ad Afragola.L’uomo aveva 43 anni, in cassa integrazione da alcuni anni stava attraversando un periodo di depressione per questioni di carattere familiare ma, soprattutto, per la nuova condizione di difficoltà economiche in cui era precipitato a seguito dei processi di ristrutturazione aziendale in atto nel settore auto a Pomigliano d’Arco a partire dal 2010 in poi. Nella zona era noto per il suo impegno nelle lotte dei cassaintegrati dello stabilimento di Pomigliano d’Arco della Fiat dove partecipava alle iniziative di mobilitazione organizzate dai suoi compagni di lavoro.

 

 

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