La direzione della multinazionale Electrolux ha interrotto ieri sera la trattativa con i sindacati per la vertenza sui quattro impianti attivi in Italia e che l’azienda minccia di delocalizzare. Dopo lunghe ore di negoziato, quando sembrava che l’accordo fosse “a portata di mano” la direzione ha preso a pretesto le divergenze in seno alla delegazione dei sindacati. La Fiom proponeva di ritoccare il salario per mantenere le pause sul lavoro (che la direzione vuole ridurre) ma su questo non hanno concordato la Fim e la Uilm. A quel punto la trattativa in corso a Mestre, e’ stata prima sospesa e poi interrotta unilateralmente dall’azienda, a causa “di una mancata intesa all’interno della delegazione sindacale”. L’incontro era iniziato con la riproposizione da parte aziendale di misure sulla riduzione del costo del lavoro tramite interventi il ri-proporzionamento delle ore di assemblee; la riduzione dei permessi sindacali del 60%; l’allungamento della gestione ferie aprile-settembre; il riproporzionamento pause stancanti all’orario di sei ore; l’allineamento alle pause fisiologiche al 4% dell’orario di lavoro, come gia’ avviene nello stabilimento di Susegana; l’eliminazione della pausa aggiuntiva dei 10 minuti nello stabilimento di Porcia. In pratica una destrutturazione completa dei ritmi di lavoro. Oggi sono previsti scioperi ed assemblee nelle diverse fabbriche del gruppo Electrolux. Mentre la prossima settimana, su richiesta delle organizzazioni sindacali, potrebbe esserci la riconvocazione delle parti al Ministero dello Sviluppo Economico.
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