E’ stata diffusa oggi la notizia di un possibile ulteriore blocco dei contratti e delle retribuzioni dei lavoratori pubblici per il biennio 2015-2016. USB ricorda di aver già ampiamente denunciato che il Documento di economia e finanza per il 2015, inviato lo scorso aprile al vaglio della Commissione europea, stabilisce che le retribuzioni dei lavoratori pubblici restino ferme fino al 2017, con la previsione della sola vacanza contrattuale per il triennio 2018-2020.
Tuttavia, le indiscrezioni sul possibile prolungamento del blocco dei contratti smentiscono ancora una volta il ministro Madia, che al Forum PA dello scorso maggio, replicando alla USB che in quella sede contestava l’operato del governo, affermava che i contratti sono bloccati solo fino alla fine del 2014.
Secondo la USB la vera novità sarebbe aprire immediatamente la contrattazione per rinnovare i contratti dal 2015, per restituire potere d’acquisto a stipendi fermi ai valori del 2009 e favorire la ripresa economica. Senza un recupero dell’occupazione e del reddito non si esce dalla crisi.
Non degni di commento i fuochi d’artificio delle dichiarazioni odierne rilasciate da CGIL-CISL-UIL, che evidentemente ad aprile erano piuttosto distratte da non accorgersi cosa contenesse il DEF. Contro il blocco dei contratti e delle retribuzioni USB lo scorso 19 giugno ha promosso lo sciopero generale dei lavoratori pubblici e tornerà ad organizzare la protesta della categoria subito dopo la pausa estiva, quando saranno ancora più chiare le intenzioni del governo Renzi su salari e occupazione nel settore del lavoro pubblico.
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