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Ast. Si profila un accordo alle spalle dei lavoratori

I fischi ai dirigenti sindacali, davanti al Ministero dello Sviluppo Economico, erano stati un segnale chiaro: non ci fidiamo, ci state pigliando per i fondelli. Persino Maurizio Landini era stato coperto di fischi davanti all’annuncio della sospensione dello sciopero per gli amministrativi, in modo da permettere il pagamento degli stipendi che l’azienda aveva rifiutato di corrispodere finché lo sciopero ad oltranza continuava.

Si era capito – con la fatica tipica di un settore di lavoratori che era fin lì stato tra i più tranquilli e fiduciosi nelle capacità dei sindacati tradizionali – che il gioco era veramente troppo grande e che i compromessi (sempre necessari, in una vertenza sindacale) sarebbero stati tutti “a perdere”.

La posizione del governo, con il “lodo Guidi” (ed è già significativo che il ruolo di ministro dello sviluppo sia coperto da un industriale…), non lasciava peraltro dubbi: sì ai licenziamenti, ma un po’ meno di quelli decisi dalla Thyssenkrupp..

Anche l’arrivo delle buste paga, nei giorni scorsi, ha confermato i peggiori timori: per i 20 giorni lavorativi da pagare (gli altri sono stati di sciopero) mancano i soldi dell’accordo aziendale integrativo. In pratica e in media 100/150 euro in meno. Come se l’azienda avesse disdetto l’accordo integrativo in modo unilaterale e addirittura senza comunicazione ai diretti interessati. DI fatto, sembra già in atto uno dei punti centrali della “piattaforma padronale”: riduzione del salario nell’ordine del 20%, a prescindere dai licenziamenti.

L’impressione è che l’amministratore delegato dell’Ast, Lucia Morselli, avesse in testa una strategia ben precisa fin dall’inizio: “sparare alto” sul ridimensionamento del sito siderurgico ternano per creare disorientamento, e poi diluire le sue condizioni nel tempo. Lei stessa sapeva bene che tutte le condizioni non sarebbero state accettate integralmente nell’immediato; ma intanto, così facendo, ha spaccato il fronte del Governo-sindacati-lavoratori, approfittando anche della delicata congiuntura della politica nazionale che vede il premier Renzi in rotta con i sindacati stessi.
La questione, la vera questione, è quella legata al futuro di volumi produttivi e livelli occupazionali della fabbrica. Il rischio, concreto, è quello che di anno in anno, pur di mantenere lo stabilimento aperto vengano fatti “piccoli sacrifici” progressivi, fino ad arrivare alle condizioni per le quali un polo come quello ternano, non può “mantenersi” sul piano economico; nello specifico chiusura della linea a freddo e spegnimento di un forno.

Oggi alle 16,30 i sindacati tornano al Mise per proseguire la “trattativa”, ma senza convocare i lavoratori. Il Comitato operai-cittadini di Terni, che si sta riunendo tutti i giorni, ha deciso di presentarsi comunque davanti al MISE a Roma.

Questo il volantino diffuso oggi tra i lavoratori e in città:

NESSUN LICENZIAMENTO. ALL’AST-THYSSENKRUPP NESSUNO E’ IN ESUBERO

NO AL LODO GUIDI

Il patrimonio di lotte accumulate dagli operai di Terni negli ultimi mesi ha spostato un quadro già definito che portava alla chiusura dell’impianto a caldo della TK, al licenziamento diretto di 550 lavoratori e la messa in crisi dell’indotto.

Le lotte operaie iniziate il 31 luglio con il blocco/bossnapping per 14 ore dell’AD morselli hanno spostato la mobilità annunciata permettendo al movimento e all’opposizione ai tagli di crescere: successivamente i cortei notturni, il consiglio comunale aperto a tutti gli interventi, la presenza notturna davanti all’abitazione del capo del personale TK, i manganelli della polizia che hanno attaccato gli operai a Roma, il blocco della stazione ferroviaria e del raccordo della E45, hanno dato ai lavoratori e a chi li appoggia una radicalità che, da sola, ha spostato in avanti i termini del conflitto. Forme iniziali di lotta come lo sciopero a scacchiera che minimizza le perdite operaie e cerca di attaccare gli interessi padronali sono state sostitute da uno sciopero totale, con blocco delle merci in uscita che dura ormai da 20 giorni.

L’arroganza padronale di TK è arrivata sino a sequestrare per due settimane i salari operai.

A questo punto della vertenza è chiara a tutti la necessità di durare un minuto più del padrone, mantenere l’unità dei lavoratori ed una piattaforma chiara e non trattabile: nessun licenziamento e mantenimento dei livelli produttivi di AST, nessun taglio alle ditte terze.

Per riuscire ad ottenere questo è necessario che la trattativa rivendichi i contenuti espressi dai lavoratori e che il ruolo del sindacato sia quello di rappresentare le istanze e la volontà dei lavoratori e della città contro i licenziamenti, senza cedimenti al fronte padronale o governativo.

Quindi prima di tutto un NO ASSOLUTO E TOTALE al “Lodo guidi” che prevede 290 licenziamenti. Ci ricorda quella trappola ormai tanto diffusa e cara a governo e padronato di annunciare a mezzo stampa tagli per 100 per ottenerne poi “solo” 50. Inoltre gli annunciati investimenti per 200 milioni non ci convincono in quanto non rappresentano una prospettiva di sviluppo ma sembrano costituiti in grossa parte dai costi del trasferimento della “linea della morte” da Torino a Terni. La firma del lodo Guidi sarebbe la sconfitta di questa lunga lotta, per gli operai e per la città ed il suo futuro. Per questo qualsiasi decisone dovrà passare in assemblee di lavoratori, aperte -per gli interventi-a tutti coloro che hanno solidarizzato con le lotte operaie.

Contrariamente serve un piano che si opponga qualsiasi licenziamento e garantisca volumi produttivi adeguati, che preveda investimenti su AST per l’innovazione tecnologica, che salvaguardi l’indotto e che garantisca la città e il territorio anche in termini ambientali.

Riteniamo necessario continuare la lotta e come Comitato metteremo in atto tutte le azioni possibili per rafforzare la vertenza contro il piano TK e del Governo e per rilanciare il conflitto nel territorio non limitandosi solo alla fabbrica per aumentare il livello della mobilitazione.

Per questo rilanciamo questa settimana:

  1. Su come gestire la fase della trattative che si terrà da domani a Roma presso il MISE nel comitato ci sono due posizioni:

Organizzare un presidio a Roma sotto il MISE per garantire la presenza dei lavoratori: l’appuntamento è il 10 novembre alle ore 15 alla stazione di Terni.

Rimanere nei presidi a Terni per discutere e confrontarsi: l’appuntamento è alle ore 17:00 davanti all’AST.

  1. Un’accampata (sullo stile di occupy) al centro della città per formare un laboratorio critico del conflitto ed uno spazio di socialità, confronto ed appoggio alle lotte
  2. L’organizzazione dello sciopero sociale generale europeo del 14 ottobre promosso dall’autorganizzazione e dal sindacalismo di base, cui ha aderito anche la Fiom. A proposito di questo lanciamo un corteo regionale a Terni che parta dai cancelli dell’AST di viale Brin ed arrivi al centro della città dopo presidi al centro per l’impiego, in Prefettura ed in altri luoghi simbolici della città
  3. organizzare una mobilitazione operaia a Duisburg nella città della casa madre della multinazionale, con volantinaggio delle ragioni della lotta operaia ai compagni di lavoro TK tedeschi, organizzando una conferenza stampa ed un’assemblea pubblica per denunciare il comportamento vessatorio della multinazionale che in Germania cura molto la sua immagine, mentre in Italia -oltre ad essere responsabile della strage di Torino e dell’omicidio di 7 operai- sta cercando di chiudere l’impianto di Terni per logiche esclusive di profitto fregandosene ampiamente della responsabilità sociale dell’impresa, anzi ipotecando per interessi di bassa bottega il futuro di una città e dell’intera regione.
  4. un presidio/concerto musicale davanti ai cancelli della TK, per portare la solidarietà dei giovani ed appoggiare i presidi operai, organizzando sabato 15 novembre, in collaborazione con gruppi musicali ecc. un concerto-rave in appoggio/finanziamento delle lotte operaie e contro i licenziamenti
  5. rivendicare rispetto agli EELL un pacchetto di appoggio alle lotte in cui inserire: sospensione pagamento TASI, trasporti pubblici gratuiti per operai della TK e delle ditte terze in sciopero, blocco degli affitti e dei mutui presso le banche durante lo sciopero.

COMITATO OPERAI E CITTADINI PER L’AST

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