Contro il Jobs Act per il diritto ad un lavoro garantito, stabile e protetto dall’art.18
VENERDI 14 NOVEMBRE E’ SCIOPERO!
ore 10.00 PRESIDIO DI FRONTE AL CENTRO PER L’IMPIEGO VIA BATTISTI, PISA
JOBS-ACT significa precarietà per tutti i lavoratori, disoccupazione, blocco dei contratti pubblici, negazione di diritti minimi sul lavoro, aumento dello sfruttamento. Un provvedimento voluto e imposto dalla troika europea, insieme alla progressiva abolizione dello Stato Sociale: servizio sanitario nazionale, scuole, trasporti, case popolari.
QUAL’E’ LA SITUAZIONE DEL PAESE DOPO LE “CURE” DELL’UNIONE EUROPEA REALIZZATE NEL NOSTRO PAESE DA BERLUSCONI-MONTI-LETTA-REN
• Disoccupazione: 1.600.000 di posti di lavoro persi negli ultimi tre anni.
• Precarietà come condizione di vita permanente per giovani e meno giovani.
• salari fermi da anni e valore delle pensioni in caduta libera
• i giovani che non studiano e non lavorano sono ormai oltre il 50% senza nessun reddito e nessuna prospettiva.
COSA DOBBIAMO FARE?
• ORGANIZZARCI, rompendo il meccanismo della solitudine, dell’individualismo, della paura, creati ad arte per spezzare la capacità di reazione delle classi sociali più deboli
• RESPINGERE LA PROPAGANDA GOVERNATIVA che divide giovani da vecchi, lavoratori precari da quelli “garantiti”, lavoratori del Nord da quelli del Sud del mondo
• RIFIUTARE LE POLITICHE DEL “MENO PEGGIO” PROPOSTE DA CGIL-CISL-UIL: Il lavoro è un DIRITTO, non una concessione, per questo occorre respingere il contratto a “tutele crescenti”, i tirocini che nascondono sfruttamento non pagato, il lavoro “volontario”.
LE RISORSE ECONOMICHE PER CREARE LAVORO SONO IMMENSE,
MA SONO UTILIZZATE ESCLUSIVAMENTE PER BANCHE, FINANZIARIE, MULTINAZIONALI, ARMI E GUERRE.
L’UNIONE SINDACALE DI BASE CHIAMA DISOCCUPATI E PRECARI A LOTTARE PER
1) realizzare un piano nazionale di assunzioni di massa per opere pubbliche nei beni culturali, turismo , ricerca, cultura, tutela dell’ambiente, giustizia.
2) nazionalizzare le grandi imprese e le industrie strategiche che licenziano e portano le produzioni all’estero
3) istituire un reddito sociale minimo universale, ad integrazione dei salari da fame
4) espropriare i grandi evasori fiscali e contributivi e usare le risorse per combattere la disoccupazione .
5) Rilanciare funzioni e ruolo dello Stato in economia e nelle politiche industriali, a sostegno di uno sviluppo tecnologico e scientifico eco – compatibile
6) Rompere con i trattati europei (pareggio di bilancio, spending review, pagamento del debito) che impediscono l’uscita dalla crisi delle classi popolari, uniche a pagarne le conseguenze.
SU QUESTI E ALTRI OBIETTIVI IL 14 NOVEMBRE CHIAMIAMO ALLO SCIOPERO
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