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La precarietà? Come le corvées contadine del ‘600

Nell’agosto del 1848, Friedrich Engels, scrivendo sulla “Neue Rheinische Zeitung” a proposito dei dibattiti all’Assemblea parlamentare di Berlino sulla legislazione del riscatto dai gravami feudali, si sofferma sulla questione dell’indennizzo che il contadino dovrebbe pagare per le prestazioni (corvées) che, nel XIX secolo, sarebbero venute a mancare a favore della nobiltà feudale. Corvées che, per secoli, hanno costituito «una pura “emanazione della sovranità feudale e della sudditanza ereditaria”». Dunque, scrive Engels, «In che consisteva l’obbligo del contadino? Nel mettersi a disposizione del feudatario per certi giorni dell’anno o per determinati servizi. Ma non gratuitamente; riceveva un salario che in origine era esattamente uguale al salario giornaliero del lavoro libero. Il vantaggio del feudatario consisteva dunque non nel lavoro gratuito o solo meno caro del contadino, ma nel fatto di avere a sua disposizione operai, col salario abituale, ogni volta che ne aveva bisogno, senza essere obbligato ad occuparli quando non ne aveva bisogno. Il vantaggio del feudatario consisteva non nel valore monetario della prestazione in natura, ma nell’obbligo alla prestazione in natura; consisteva non nello svantaggio economico ma nella mancanza di libertà del contadino.».

Diversi secoli più tardi, se siete regolarmente iscritti nelle liste di disoccupazione e disponete di sufficiente autonomia da potervi permettere di rifiutare un’offerta di lavoro temporaneo di pochi giorni, o, in qualche caso, addirittura anche di un solo giorno, la vostra libertà, insieme con la vostra iscrizione nelle liste di disoccupazione, finirà col fare il paio con quella del contadino tedesco dei secoli XVI, XVII, XVIII…

«Le corvées sono rimaste le stesse per secoli, e anche il salario di corvée è rimasto lo stesso.» continua Engels; «Ma i prezzi dei viveri sono aumentati e, con essi, il salario del lavoro libero. La corvée che inizialmente, dal punto di vista economico, era egualmente vantaggiosa per le due parti, che spesso procurava al contadino persino un lavoro ben pagato per i suoi giorni di ozio, divenne a poco a poco per lui un “vero onere reale”, e un guadagno monetario diretto per il grazioso signore. Alla certezza d’aver sempre a disposizione un numero sufficiente di lavoratori s’aggiunse per lui ancora il bel taglio che effettuava sul salario di questi lavoratori».

Nel XXI secolo, alla condizione di soldato semplice di quell’esercito industriale di riserva che necessariamente accompagna la produzione capitalistica, si unisce anche l’imposizione per legge di essere permanentemente pronto alla coscrizione obbligatoria per le battaglie, anche solo di qualche giorno o di qualche ora, che il grazioso signore imprenditore del XXI secolo decida di intraprendere contro i propri concorrenti. A battaglia terminata, i coscritti possono molto liberamente tornarsene a casa.

Il nuovo puzza tremendamente di antico.

* La citazione di Engels è in Opere di Marx e Engels, volume VII, pag. 337 – Ed. Riuniti 1974

 

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