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Uno sciopero a “babbo morto”. Cgil e Uil il 12 dicembre

La giornata è di quelle importanti, nella storia d’Italia. Ma lo sciopero generale dichiarato da Cgil e Uil (cercasi Cisl disperatamente?), ufficialmente contro il jobs act renziano (ovvero dell’Unione Europea), avverrà se tutto va bene a cose fatte.

Il governo ha infatti appena deciso che la Camera dovrà concludere l’esame della famosa – e incognita, visto che si tratta di una legge delega – “riforma del mercato del lavoro” entro il 26 novembre; mercoledì prossimo. Uno sciopero che arriverà soltanto due settimane dopo rischia dunque di essere non solo completamente inutile, ma anche di fallire clamorosamente. E di questi tempi sarebbe un segnale pesantemente negativo, perché verrebbe certamente utilizzato – l’eventuale fallimento – come una “prova” del consenso che Renzi dice di avere. Anche se tutti sappiamo – e ora se ne stanno accorgendo anche i soldaggisti “d’area” – che l’impopolarità dell’esecutivo cresce giorno dopo giorno, a velocità impensate fino a un mese fa.

La Cgil e la Uil, comunque. hanno annunciato stamattina che proclameranno insieme a dicembre lo sciopero generale. Carmelo Barbagallo, neo leader uillino in sostituzione di Luigi Angeletti, e Susanna Camusso, al termine di un incontro al quale era presente anche la neosegretaria della Cisl, Annamaria Furlan, hanno spiegato ai giornalisti che «abbiamo convenuto di fare lo sciopero generale il 12 dicembre».

«La Cisl ci ha comunicato che non aderirà». «Sulle modalità di come fare lo sciopero generale dovremo approfondire – si cautela Barbagallo – comunque non il 5 dicembre». «La Cgil ha aderito alla nostra richiesta e la data verrà spostata. Quanto al pubblico impiego «noi speriamo ancora che si possa fare una mobilitazione unitaria». Insomma: tutto meno che una dichiarazione di guerra. O almeno di conflitto serio.

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