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Frosinone Multiservizi: L’azione irresponsabile degli enti soci

228° giorno Presidio dei lavoratori ex Multiservizi

Interessante appare il nuovo fronte sfondato dalla Regione Lazio che dopo vari annunci percorre la strada di una guerra fratricida agli enti (Comune di Frosinone e Alatri e Provincia), prima soci della società pubblica Frosinone Multiservizi ed ora nemici giurati. Interessante perché, in questa vicenda, che offre sempre nuovi orizzonti di battaglia, tutto appare risolversi impersonalmente, seguendo un po’ le dinamiche del salviamoci le chiappe mettendo nei guai qualcun altro senza alcun intervento della politica, politica/partitica pur responsabile del disastro della Frosinone Multiservizi.

Gli enti locali dapprima cercavano il capro espiatorio nella Regione: le avevano richiesto di riparare un debito dopo appena 7 anni di vita di ca €.8 milioni. E la Regione deliberò con DGR n. 122 del 13/03/2014 la disponibilità a concorrere ai costi della liquidazione della società Frosinone Multiservizi S.p.A. condizionandola però alla volontà degli enti locali soci a concorrere alla copertura dei costi di Liquidazione. Accipicchia! La Regione si difende e gli enti locali rimangono con il culo scoperto.

Si nicchia, si tergiversa, passano i mesi, si decide di imboccare la strada del fallimento: vengono depositati i registri in tribunale e dal 21 ottobre si attende la possibile dichiarazione di fallibilità della Società, sperando di non mettere mano al portafoglio dei debiti.E invece ecco un nuovo missile, che la Regione con una DGR lancia, “l’esercizio di un’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori, liquidatori e sindaci della società Frosinone Multiservizi S.p.A. in liquidazione, da parte di Sviluppo Lazio al fine di tutelare i propri interessi quelli [errore di terzi] interessi dell’amministrazione regionale”.

Si affronta dunque il problema alla radice? Giammai! Meglio cercare di indirizzare su un bersaglio possibile, evidentemente non gli enti o almeno quelli che oggi amministrano, questo nuovo attacco, con il quale anche la Regione pensa di mettersi al riparo da un possibile, ed auspicato, intervento della Corte dei Conti, in caso di mala gestio imputabile agli organi della società da parte delle società operanti in regime di in house providing. Un riparo poco sicuro però.

Le responsabilità, le azioni, i risultati, sono conosciute e di pubblico dominio. Gli enti hanno usufruito di 10 anni di servizi (1997-2006) senza alcun onere, con lavoratori senza contributi risparmiando €.22 milioni. Nella formazione della Frosinone Multiservizi si è potuto usufruire dalla Regione circa €.5,5 milioni avuti per la stabilizzazione dei lavoratori e sgravi contributivi per tre anni. Questi risparmi sono stati allegramente gestiti nei costi di un Presidente e un consiglio d’amministrazione stipendiati abbondantemente; nell’assunzione di un personale dirigenziale eccessivo e oneroso; negli orrori gestionali dei “tecnici”; ma soprattutto nella copertura del costo dei servizi che gli enti non hanno mai pagato per intero generando debiti della società, innescando la necessità di ricorrere alla CIG in deroga. Nel contempo la Società erodeva il capitale sociale fino al momento dell’interruzione dell’erogazione dei servizi e il conseguente licen ziamento collettivo, mentre la Regione a guida Polverini pensava di tirarsi fuori con una formalità senza più difendere i propri interessi nella Società.

Eppure questa parte debitoria, scaturita da un avvitamento di interessi personali e di partiti, non avrebbe scalfito la società che comunque aveva previsto un rilancio attraverso una gestione più oculata della Società, ovvero nel passaggio alla costituita Servizi Strumentali, nuova società che avrebbe salvato l’occupazione.

Dovevano arrivare prima ciclone Iannarilli (presidente della Provincia PDL) e poi tempesta Ottaviani (sindaco comune di Frosinone di centrodestra) per dare il benservito politico alla società. Con l’entrata forzata dei privati nella gestione dei servizi si doveva sacrificare qualcosa e qualcuno – ancora sotto una tenda…. I debiti sono iniziati a salire vertiginosamente.

A seguito della gestione Iannarilli della Provincia si è pensato bene di mandare via i lavoratori da un giorno all’altro a calci nel culo. Questi hanno intentato cause milionarie fino a far lievitare il debito di altri €.4,5 milioni! L’intervento dello spacchettamento a cooperative sociali a Frosinone ha generato maggiori oneri per gli enti e centinaia di ingarbugliati contenziosi cui è chiamato a rispondere l’ente. Anche qui i rischi sono di milioni di euro!

Come finirà questa imperdibile saga? Le puntate purtroppo saranno ancora molte. E molte le possibili sorprese. Una tra le tante potrebbe essere quella della società non dichiarata fallibile – come dovrebbe essere! -. Il debito a quel punto lo si dovrebbe onorare per intero, con le seguenti quote degli enti soci: 20% Provincia € 1.634.206,93; 20% Frosinone € 1.634.206,93 11%; Alatri € 898.813,81; 49% Regione € 4.003.806,98.

Alcuno si augura tutto ciò. Men che meno i lavoratori, le vere ed uniche vittime di tutta questa vicenda, che sotto la tenda cercano il senso di dignità e decoro per la loro storia lavorativa e per una città e per le sue istituzioni, altrimenti sprofondate completamente nella vergogna e nella farsa.

Quei lavoratori che da tempo suggeriscono e difendono l’unica strada possibile da intraprendere nell’interesse generale per mantenere l’occupazione e il reddito, svolgere adeguatamente i servizi, dimezzare il debito e non esporre altri a contenziosi giuslavoristici pesanti e incombenti.

Tale strada, che può essere percorsa dalla politica solamente con il bus pubblico, necessita di percorsi condivisi, orizzonti comuni, interesse per la cittadinanza, dovere per il risparmio: è troppo chiedere ciò?

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