Protagonista ieri pomeriggio l’USB, nel piazzale della regione Emilia Romagna, a dare il benvenuto al nuovo consiglio regionale.
Stefano Bonaccini raccoglie l’eredità di Vasco Errani, e tutto l’appoggio di Matteo Renzi, venuto di persona qualche mese fa a dare la sua benedizione al nuovo governatore. Appoggio unico, c’è da dire, visto che alle scorse elezioni il tasso di affluenza alle urne ha toccato i minimi storici.
I lavoratori del pubblico impiego e del privato, i precari, i disoccupati e gli studenti hanno accompagnato in presidio il primo incontro dei delegati USB in Regione. Presenti in piazza anche Ross@ e Noi Restiamo, in solidarietà e complicità con il sindacato di base.
Sarà nei prossimi giorni che si testerà il polso di questa nuova giunta. Per ora, le prospettive rimangono quelle in linea con le direttive nazionali e con quelle europee: privatizzazioni, licenziamenti e precarizzazione.
Prima tra tutte è stata messa in evidenza dall’USB la questione del licenziamento in massa dei lavoratori delle province. Ma non ci si è dimenticati della politica di privatizzazione dei trasporti, che nei prossimi mesi toccherà in modo pesante anche il trasporto ferroviario.
Con la messa ad appalto del servizio regionale, sarà svenduto anch’esso a qualche lobby privata che userà un servizio pubblico, essenziale per migliaia di lavoratori pendolari, per farne suo profitto. A spese degli utenti.
Rimane poi, perno centrale della mobilitazione USB, la questione di una massa sempre maggiore di precari, disoccupati e inoccupati senza un reddito e senza una casa.
Se la nuova giunta regionale a guida PD è uscita delegittimata da una tornata elettorale a cui sono andati a votare poco più del 30 per cento degli aventi diritto, da oggi deve tenere conto anche di settori del mondo del lavoro organizzati con USB che non sono disposti a
subire le scellerate e disastrose politiche dell’Unione europea.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa