Ci opporremo con ogni mezzo allo sfascio del settore pubblico
“A pochi giorni dalla discussione della riforma in Senato, il ministro Madia non perde occasione per ribadire in termini perentori la sua idea di una Pubblica Amministrazione che dovrà “rispondere alle logiche di mercato e di merito”. Un’idea che contrasta nettamente con la nostra – afferma Daniela Mencarelli, dell’Esecutivo Nazionale USB Pubblico Impiego – e soprattutto che contrasta con l’idea di Pubblica Amministrazione espressa dalle decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici che nell’ultima tornata elettorale per il rinnovo delle RSU hanno scelto di votare le liste USB”.
Prosegue Mencarelli: “Per continuare a svolgere la sua funzione di erogatrice di servizi alla cittadinanza, la P.A. necessita di investimenti, ma di questo il Ministro non parla; ha necessità di assunzioni e di stabilizzazioni dei precari, ma a questo bisogno si risponde con mobilità e licenziamenti; ha bisogno del riconoscimento della professionalità dei suoi lavoratori, ma il Governo risponde con il demansionamento, il reiterato blocco dei contratti e la semplificazione della valutazione di brunettiana memoria, in modo da renderla immediatamente attuabile”.
“In merito poi all’annunciata licenziabilità dei dirigenti pubblici – osserva la sindacalista – vale la pena ricordare che, nonostante l’USB ritenga troppo ampia la forbice salariale tra dipendenti e dirigenti pubblici e che troppo spesso, nelle nomine dirigenziali, sia intervenuta la lottizzazione sindacale e partitica, la terzietà della P.A. in assoluto rappresenti un elemento fondamentale a tutela di tutti i cittadini e che quindi l’indipendenza dei lavoratori pubblici, soprattutto dei dirigenti, dal potere politico, sia un valore irrinunciabile”.
“L’USB P.I. esce dalle elezioni RSU come unica alternativa ai sindacati complici. Forti di questo consenso, continueremo con ancora più convincimento e con ogni mezzo a contrapporre a quella volontà di sfascio della P.A. messa in atto dal Governo la nostra idea di un servizio pubblico che risponda alle esigenze e ai diritti della cittadinanza, a partire dalle fasce più deboli della popolazione”, conclude Mencarelli.
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