Supermercati a singhiozzo e punti vendita che hanno chiuso i battenti per lo sciopero dei sindacati di base, come, ad esempio, alla IperCoop Casilino di Roma (vedi la foto) Significativa anche la presenza lungo il corteo dei lavoratori delle Coop provenienti da varie regioni d’Italia e dei lavoratori Leroy Merlin Porta di Roma, accompagnati da striscioni ironici e colorati.
I lavoratori del commercio e della distribuzione cooperativa, oltre a sostenere la piattaforma generale dello sciopero, hanno incrociato le braccia per le condizioni difficili in termini di salario, di diritti e di qualità della vita vissute nei luoghi di lavoro del commercio e contro la deregolamentazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali.
“In un settore come quello del commercio, disgregato e di difficile intervento sindacale – sostiene l’Usb del settore privato – l’introduzione del modello Marchionne è iniziata ormai da anni con il ricorso massiccio ai contratti part-time, alle esternalizzazioni, al precariato diffuso, al lavoro sommerso, e sempre più spesso la proliferazione di queste squalificanti ed anomale tipologie contrattuali non consente alle lavoratrici ed ai lavoratori di guadagnare uno stipendio che consenta una vita dignitosa, inoltre molti contratti di secondo livello sono stati disdettati unilateralmente ed i sindacati confederali hanno sempre avallato le politiche padronali messe in atto dalle aziende”. Lo sciopero del 27 gennaio per molti di questi lavoratori non è un punto di arrivo, ma l’avvio di una vertenza che possa ridare dignità ad oltre 2 milioni di occupati del settore del commercio e della distribuzione
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