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La “bella scuola” di Renzi? Schiavitù per quelli che ci lavorano

La maledizione nel rapporto tra le Piramidi e chi le ha materialmente costruite (gli schiavi) si ripropone continuamente. Si pensava però che nel XXI Secolo il problema fosse definitivamente risolto. In realtà la ruota della storia ha ripreso a girare all’indietro e nell’epoca dei “pennacchioni” (coloro che ostentano più che realizzare) sempre più spesso la maledizione delle piramidi ci viene riproposta.  In queste settimane la Formula Servizi, società appaltatrice dei servizi di manutenzione e pulizia nelle scuole di Roma e Provincia,  ha inviato ai propri dipendenti ordini di servizio che dispongono, oltre al normale orario settimanale, turni di dieci ore di lavoro il sabato e la domenica, senza prevedere un giorno di riposo, per l’effettuazione dei lavori di abbellimento legati al tanto propagandato progetto Scuole belle del Governo Renzi.

In base ad accordi al massimo ribasso, stipulati da Cgil, Cisl e Uil in deroga a tutte le previsioni del contratto nazionale e a molte norme di legge, ma non avallati dai lavoratori stessi, questi ex-lsu, soprattutto donne in media ultra sessantenni, si sono trovati costretti a dover scegliere tra la rinuncia al mantenimento del misero part-time, con retribuzioni già al disotto dei mille euro, e l’accettazione di condizioni di lavoro pesanti e insicure, che impongono il lavoro anche nei giorni ordinariamente di riposo,  dalle 8.00 di mattina alle 19.00 con un’ora di pausa pranzo, oltre alle 5 ore di viaggio che spesso si sobbarcano per raggiungere le scuole dalle proprie residenze.

L’USB trova inaccettabili e disumani questi ordini di servizio,  inaccettabili gli accordi che li hanno permessi, scandaloso che le scuole “si facciano belle” sulla pelle di queste operatrici, costrette a vivere il lavoro come una condanna e non come un diritto sancito nella sua dignità dalla Costituzione. In tal senso l’Unione Sindacale di Base denuncerà in tutte le sedi questo inaccettabile ricatto occupazionale, che fa fare un passo indietro di cent’anni ai lavoratori.  Soprattutto a fronte dell’indifferenza del MIUR e del Governo, che si dovrebbero preoccupare di  salvaguardare non solo il decoro delle scuole, ma anche la dignità e della sicurezza del lavoro.

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