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People Care: ora la fumata è nera. 341 licenziati e una presa di giro vergognosa

Dopo due giorni di trattative intense Seat e governo hanno messo sul tavolo quasi niente. Da domani 341 licenziati. Il 4 giugno l’incontro con il nuovo detentore del servizio, Comdata, per far rimanere il lavoro a Guasticce.

Oggi c’è da scrivere poco sulla vicenda People Care visto che ieri avevamo già fatto il quadro della situazione. C’è solo tanta rabbia e amarezza oltre che la sensazione che imprenditori e governo abbiano preso in giro, per l’ennesima volta, la città e i lavoratori.

Alla resa dei conti, dopo due giorni di trattativa, di ora in ora imprenditori e governo toglievano qualcosa dal tavolo fino ad arrivare a proporre 15 (QUINDICI!) posti di lavoro. Naturalmente delle promesse di Rossi circa la commessa pubblica non ce n’è stata nemmeno l’ombra. La farsa quindi si è trasformata in tragedia.

Tutto è iniziato ieri quando al tavolo è stato ufficializzato che Seat (la titolare del servizio 12.40 e 89.24.24 svolto da People Care a Guasticce) aveva fatto una gara per appaltare il servizio dopo il 31 maggio (scadenza dell’appalto People Care) e questa gara l’ha vinta ComData. Partendo da questo dato, Seat e governo hanno fatto due giorni di trattative per cercare accordi di proroga con People Care per riuscire a guadagnare almeno un paio di settimane di tempo. Alla luce dei risultati si può dire che sono stati due giorni di manfrine, basta vedere che nel giro di poche ore le trattative sono passate dalla proroga del servizio per 120 persone inbound (cioè quello che fanno ora) a 120 persone per servizi outbound fino all’offesa finale di 15 (QUINDICI!) posti di lavoro outbound. 

Dopo la vicenda Delphi, quella Trw e quella Mtm, arriva l’ennesima mazzata per i lavoratori e l’ennesima sconfitta che sancisce il fallimento del sistema dei tavoli in cui le istituzioni locali e nazionali hanno dimostrato la loro completa inutilità e impotenza. Ormai il ruolo delle istituzioni è quello di favorire il mercato selvaggio e allo stesso tempo imbonire i lavoratori e accompagnarli alla morte.

Ora l’ultima speranza è riposta nella data del 4 giugno quando tutti torneranno a Roma a chiedere ai nuovi titolari del servizio, ComData, il favore di rimanere a fare il servizio a Guasticce. Scriviamo il favore perché, purtroppo, non esiste nessuna legge o atto che glielo imponga.

Le parole sono finite. Ognuno tragga le sue conclusioni anche da questa vicenda. Saremmo molto felici se qualcuno il 4 giugno ci smentisse.

I lavoratori e le lavoratrici, nel frattempo, continuano la loro assemblea permanente fuori dall’azienda

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