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Pisa. L’Usb contro l’apertura notturna del Carrefour

La possibilità degli esercizi commerciali e dei grandi ipermercati di tenere aperto sempre, anche durante le domeniche e i festivi, e senza limiti di orario, è stata recepita subito da tutti i soggetti interessati, creando un apparente vantaggio per i consumatori, ma gravissimi problemi per i lavoratori, che non hanno più tempo per se stessi, per la propria vita e per le proprie famiglie, aggiungendo un ennesimo tassello al puzzle di precarietà, basso salario, difficoltà nella vita di relazione e degli ormai pochissimi diritti per oltre due milioni addetti del settore.
Il decreto del governo Monti, noto come “salva Italia”, che nel 2012 ha importato nel paese le imposizioni di quella Troika europea che sta distruggendo la Grecia e tutti i popoli del Sud Europa , liberalizza aperture e orari del commercio, producendo ora i sui effetti nefasti.
La crisi del commercio non ha nessun collegamento con le aperture e la liberalizzazione degli orari. Essa nasce dalla mancanza di reddito diretto e indiretto dei consumatori. 
Le mirabolanti promesse di crescita occupazionale all’indomani del decreto Monti e delle attuali politiche di Renzi si sono tradotte in chiusure di migliaia di imprese piccole e grandi, che non reggono la concorrenza. Le nuove assunzioni nella Grande Distribuzione Organizzata sono rimaste lettera morta, traducendosi in aumento di carichi di lavoro per i lavoratori dei centri commerciali. L’aumento dei carichi di lavoro e del nastro orario non si è infatti tradotto in stabilizzazione dei rapporti precari o in crescita salariale. I lavoratori della GDO vedono aumentare la flessibilità e la precarietà, le aziende e i sindacati concertativi (CGIL CISL UIL) limitano le maggiorazioni festive e domenicali attraverso vergognosi accordi a perdere. Insomma: lavorare di più per guadagnare di meno.
Con la precarizzazione dei contratti, i lavoratori del commercio e della grande distribuzione sono colpiti da un pesante piano di ristrutturazione. Più di 6.000 sono gli esuberi dichiarati dalle multinazionali del settore, dopo avere macinato profitti e speculato sulla costruzione dei centri commerciali. La contrazione degli acquisti a seguito della crisi economica è utilizzata dai colossi commerciali per fare cassa, licenziando migliaia di dipendenti per riassumerli sotto ricatto, incassando gli sgravi fiscali forniti dal governo con il Jobs Act.
Centri commerciali con lavoratori più flessibili e precari, altro che difesa dell’occupazione!
Questa è una ristrutturazione in grande stile del settore della distribuzione commerciale, costruita sugli interessi delle multinazionali. Il lavoro festivo è una parte di questo inganno, non si rispettano più neanche le feste pagate contrattualmente, dove il lavoratore non è obbligato a prestare la sua attività! Ma se non vai al lavoro ti spettano turni infernali e reparti confino! Il lavoro festivo e l’allungamento dell’orario non hanno creato più lavoro ma reso precario quello esistente, sempre più incerto, sempre più flessibile, grazie agli accordi dei padroni con i sindacati compiacenti!
Contro l’apertura notturna del Carrefour e il lavoro festivo occorre rispondere con un NO deciso.
Solo la diminuzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario aprirà la strada a nuova occupazione, a maggior reddito per tutti, a un modello di società a misura d’uomo,
non del denaro e delle merci!

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