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Roma. Esposito vuol licenziare chi sciopera. “Sono sordi” replica l’Usb

Il dubbio onore della cronaca se l’era conquistato sparando sui No Tav. Il deputato del Pd, Stefano Esposito, torinese di formazione nonostante il cognome non proprio sabaudo, si era proposto infatti come il campione dell’alta velocità e della militarizzazione della Val Susa. In un crescendo rossiniano, senza mai arrossire, fino a inventarsi attentati alla sua persona e invocare l’uso delle manette per chiunque osi opporsi all’avanzata del malaffare legato alle grandi opere.

Forse per questo è stato consigliato a Ignazio Marino, sindaco “onesto ma incapace” (definizione del partito che lo ha candidato, in effetti piuttosto popolato di disonesti molto capaci nel loro mestiere), come assessore ai trasporti della Capitale.

Il suo esordio era sembrato addirittura in controtendenza con la sua storia. Aveva infatti consigliato all’Atac di soprassedere rispetto alla decisione di sospendere a tempo indeterminato Christian Rosso, l’autista che con un video su Youtube aveva spiegato agli utenti come e quanto i disservizi nel trasprto pubblico di Roma non dipendano da chi ci lavora ma da chi li dirige (per modo di dire).

Ma non ce l’ha fatta. Non era farina del suo sacco. In poche ore è tornato l’Esposito di sempre, quello che vuole “ingiaccare” (arrestare, nella sua personalissima lingua) gli aggressori degli autisti dei bus (e fin qui ci mancherebbe pure che non avvenisse) e licenziare gli stessi autisti se scioperano.

Al deputato-commissario-assessore riesce inconcepibile che in Italia ci sia – da 70 anni pare, e un parlamentare dovrebbe saperlo – una Costituzione che riconosce il diritto di sciopero come diritto individuale (non dei sindacati), e che per questo motivo nessun lavoratore possa essere licenziato. Ma si sa, Esposito immagina la legge con un po’ di fantasia; così la legalità è quel che gli piace, non la legge realmente esistente.

In un’intervista al quotidiano del Pd, Repubblica, è stato particolarmente esplicito:

L’unione sindacale di base ha proclamato sciopero per il 7 agosto. Saranno precettati?
«Il sindaco Marino ha già inviato la richiesta al prefetto Gabrielli e io sono d’accordo. Voglio dialogare con tutti ma ad un certo punto ci vogliono le maniere forti».
Ci spieghi.
«Ai sindacati va riconosciuto un gran merito: hanno reso possibile una scelta storica con la riorganizzazione dei turni. Ora però bisogna vigilare sui finti sindacati che vogliono difendere privilegi arcaici usando i cittadini. Non possiamo battere in ritirata. Questo lo fa una politica debole, clientelare. Quei sindacati non hanno diritto di cittadinanza. Se, una volta stabilita una linea comune, loro continueranno ad opporsi, cominceremo a licenziare un po’ dei macchinisti infedeli. Siamo noi che dobbiamo aiutare i sindacati veri, che hanno fatto una scelta coraggiosa».

Che sia un assessore ai trasporti a decidere quale sindacato è “vero” e quale “finto” è già un insulto all’intelligenza collettiva. Soprattutto a quella di chi lavora e che, di norma, stabilisce se una protesta è giusta o no partecipandovi. Ma Esposito va decisamente più in là promettendo il licenziamento – cosa che comunque sarebbe non di sua competenza, visto che non amministra l’Atac – a “chi si oppone”. 

E visto che siamo in tempi di integralismo aziendalista (non dissimile da quelli religiosi, pare), li chiama addirittura “infedeli”.

Noi ci auguriamo naturalmente che il prefetto sia più ligio alla legge di quanto non accada ad Esposito. Ma in ogni caso siamo certi che i lavoratori dell’Atac, e ben presto anche tutti i cittadini di Roma, troverano il modo di far capire al dottor Esposito che la sua incursione nei trasporti della Capitale è un’avventura destinata a durare poco.

Intanto non si è fatta attendere la replica della Usb, il sindacato che ha convocato lo sciopero per venerdi prossimo, 7 agosto. “Vorrei regalare al nuovo assessore Esposito ed anche al prefetto Gabrielli – dichiara Guido Lutrario della Federazione romana di USB – un apparecchio acustico per sensibilità uditive medio – gravi. Negli ultimi anni a Roma gli autisti sia dell’ATAC che delle linee privatizzate hanno scioperato tante volte e con adesioni sempre molto alte, ma nessuno si è mai posto il problema di ascoltarli”.

“Cosa rispondono alle denunce dei lavoratori – prosegue Lutrario – che siano autisti o macchinisti della metro? Quando un autista denuncia che non può andare in ferie, che è costretto a fare straordinario da anni ininterrottamente, che le vetture sono spesso guaste e malandate, o che, come i dipendenti della Roma Tpl, gli stipendi vengono percepiti con almeno un mese di ritardo? Non rispondono e cercano di mettere i cittadini contro i lavoratori”.“Lo sciopero che abbiamo indetto per il 7 agosto – continua Lutrario – è perfettamente legale, si svolgerà dopo 11 giorni dal precedente (la legge dice 10) e fuori dalle fasce di garanzie che vanno dal 28 luglio al 3 agosto e dall’10 al 20 agosto. Sarà l’ennesima protesta per ribadire quello che diciamo da anni, inascoltati. L’assessore Esposito – segnala Lutrario – ha rilasciato un’intervista al Messaggero di oggi rivolgendo frasi offensive verso l’USB. Dice che scioperiamo contro la privatizzazione “che ancora non esiste” e poi poco dopo dichiara che non ci sono alternative all’ingresso dei privati. L’invito che rivolgiamo al neoassessore è di prendersi un periodo di riposo”.

“Noi siamo disponibili al confronto – conclude Lutrario – se dall’altra parte ci si dispone ad ascoltare le ragioni di chi lavora. Abbiamo sempre sostenuto che le ragioni dell’utenza e quelle dei lavoratori non sono in contraddizione tra loro. La nota stonata la fanno i super stipendi dei dirigenti, i frequenti casi di malagestione o gli utili di impresa, che in un servizio collettivo non dovrebbero essere contemplati”

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