Le due assemblee, degli operai e degli impiegati, svoltesi alla Stefani impongono alcune considerazioni.
Come USB non possiamo che esprimere un giudizio positivo per quanto riguarda l’assemblea degli operai. Da questa assemblea è emersa con chiarezza la non accettazione della proposta di accordo sulla flessibilità, cosa da noi auspicata, assemblea che ha manifestato un profondo malessere per i ritmi di lavoro e per gli straordinari imposti.
Per quanto riguarda l’assemblea degli impiegati l’interpretazione della loro volontà è più difficile.
Non sembra che si possa affermare con altrettanta certezza che gli stessi si siano espressi pro o contro la flessibilità. Quello che emerge dall’assemblea degli impiegati è però l’ambiguità di Fim e Uilm, mentre per la Fiom le aperture, sulla flessibilità, sono più contenute. Se da un lato nell’assemblea degli operai, i funzionari di Fim e Uilm si sono ben guardati dall’esprimere il loro giudizio favorevole alla flessibilità, alle 180 ore, nell’assemblea degli impiegati si sono scatenati, pensando forse di essere di fronte ad un uditorio più favorevole, patteggiando apertamente per un accordo con la direzione in mancanza del quale non ci sarebbe altro che la cassa integrazione.
Non si pretende che siffatti funzionari siano dei cuor di leone, ma che esprimano apertamente le loro opinioni, indipendentemente dall’uditorio che hanno di fronte.
Accettando l’ accordo sulla flessibilità non si scongiura il pericolo che di fronte a dipendenti che fanno orario flessibile ce ne siano altri che fanno cassa integrazione.
Ricordiamoci la flessibilità è una brutta bestia ed è solo a vantaggio dell’azienda.
Ricordiamo che per il contratto nazionale le ore previste di flessibilità sono 80 e non 180 come vorrebbe l’azienda. E come l’azienda può chiedere in deroga di aumentarle altrettanto noi possiamo chiedere di non farne.
L’ assemblea degli operai è stata chiara: carichi di lavoro troppo pesanti, stanchezza, troppe ore, difficoltà fisiche, messa a repentaglio della vita famigliare e sociale.
La nostra proposta di far fronte ai carichi di lavoro assumendo lavoratori con contratto a tempo determinato ci sembra un buon motivo per ripartire il lavoro fra chi un lavoro ce l’ha e chi no.
Lo stesso per gli straordinari, che consentirebbero di far fronte ai carichi di lavoro, mantenendo le maggiorazioni attuali e devono essere fruiti su base volontaria.
Non ci sembra che tale proposito sia in contrasto con gli interessi dei lavoratori.
Le proposte alternative ci sono, solo gli YES MAN non sanno o non vogliono vederle.
Presi dall’ideologia del libero mercato, della legge assoluta del profitto, attanagliati dalla paura, che la crisi faccia perdere il lavoro si crea un corto circuito che fa piegare la testa e sacrificare tutto, tempi di vita compresi. Certo per imporre le nostre scelte può servire il conflitto, la lotta, ma che ne sarebbe delle conquiste del movimento operaio, come sarebbe stato possibile nel passato ottenere, tanto senza il conflitto e la lotta?
Un piccolo passo a nostro avviso è stato fatto nel momento stesso in cui alle elezioni avete deciso di votare USB, un altro ulteriore importante passo lo avete fatto respingendo le proposte dell’azienda sulla flessibilità, altri siamo disposti a farne, senza paura se potremmo continuare a contare sul vostro appoggio.
Consapevoli fra l’altro che il lavoro, gli ordinativi, ci sono per mesi…
Non sacrifichiamo i tempi di vita, gli affetti familiari alla flessibilità.
Si lavora per vivere e non si vive per lavorare!
Uniti ce la facciamo!
Unione Sindacale di Base
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa