Sul sito Ryanair, in un riquadro in basso, c’è l’immagine accattivante di un bimbo e di un papà, è accompagnata dalla scritta Stop agli scioperi e mantenere aperti i cieli d’Europa. Si tratta della petizione “Mantenere aperti i cieli d’Europa”, promossa da Ryanair e indirizzata alla commissione e al parlamento europeo per limitare il diritto di sciopero dei controllori di volo.
La petizione prende di mira i controllori di volo, ma apre un principio che è estensibile a tutti i settori del trasporto aereo e oltre. Solo qualche mese fa associazioni padronali e Governo hanno utilizzato un’assemblea sindacale al Colosseo, autorizzata e comunicata per tempo, per varare una legge che estende la limitazione del diritto di sciopero ai musei. I siti museali con quel decreto vengono equiparati ai servizi essenziali, con buona pace dei lavoratori, precari e stabili, che vengono privati del diritto di protestare di fronte al blocco delle assunzioni e dei contratti.
E come non ricordare che proprio nel trasporto aereo nell’ultimo decennio ci sono stati in Italia migliaia e migliaia di lavoratrici e lavoratori licenziati: colpire il diritto di sciopero vuol dire disarmare ulteriormente chi lavora per poter licenziare più facilmente.
Ryanair è salita più volte alle cronache per i suoi comportamenti antisindacali e nel passato è stata da noi oggetto di denunce ed esposti alla magistratura, ma con questa petizione fa un salto di qualità assumendo un vero e proprio ruolo “politico”.
Da tempo i lavoratori aeroportuali e dei trasporti vengono usati come capro espiatorio dei disservizi provocati dalle aziende. Vale la pena ricordare i tentativi di aggressione e gli insulti, dei “viaggiatori” inferociti nei confronti dei lavoratori dell’aeroporto di Fiumicino o le quotidiane cronache di autisti pestati.
Non più cittadini, non più persone, ma indistinti “utenti/consumatori” che facendo leva su un giusto risentimento causato dai disservizi prodotti da aziende ed istituzioni, diventano “massa di manovra” da scagliare contro i lavoratori.
La petizione di Ryanair è l’ultimo atto della campagna politica avviata dalle lobbies padronali europee e che viene scandita da Bruxelles, centro politico e amministrativo dell’UE.
Le risposte che il padronato si dà per affrontare la crisi economica, prevedono la riscrittura in peggio dei diritti e delle forme di impiego, e non accettano che i lavoratori si rappresentino in forma organizzata.
Contro l’attacco al diritto di sciopero e alle libertà sindacali sono scese in campo, da tempo, le organizzazioni sindacali di classe europee legate alla Federazione Sindacale Mondiale, tra queste l’USB.
Nel nostro paese il diritto di sciopero è un diritto costituzionalmente garantito. Ad ottobre andremo a votare un referendum confermativo sulle modifiche alla costituzione definite dal governo Renzi e approvate dalla maggioranza parlamentare: dobbiamo dare un segnale forte di dissenso. Noi voteremo NO per difendere tutti i diritti tutelati dalla costituzione, anche quelli non previsti dal quesito referendario, anche il diritto di sciopero.
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