Il 7 febbraio, alla SEVEL di Atessa che, ricordiamo, è una fabbrica del gruppo FCA, si è verificato un gravissimo episodio che mostra a tutti la brutalità e la disumanità a cui i padroni giungono in nome del profitto. Un lavoratore della UTE 1 montaggio, a cui va tutta la nostra più attiva solidarietà, si è visto rifiutare più volte il permesso di recarsi al bagno per urgenti bisogni fisiologici ed è stato costretto ad urinarsi addosso.
Un fatto gravissimo che lede la dignità del lavoratore vittima dell’episodio, che la dice lunga sulle condizioni di lavoro cui sono costretti i lavoratori FCA, ma che stanno allargandosi a macchia d’olio.
Episodi in cui richieste simili vengono negate o ritardate si ripetono più spesso di quanto si possa immaginare, perché i ritmi sono frenetici, perché la produzione viene prima di tutto, perché per risparmiare non c’è personale per le sostituzioni, mentre fuori dilaga la disoccupazioni e la precarietà che distruggono esistenze, affetti, comunità.
L'USB ha proclamato immediatamente un’ora di sciopero all’UTE 1, sciopero che ha avuto l’adesione del 50% dei lavoratori presenti, ma l’intenzione dei nostri delegati è di non lasciare cadere nella dimenticanza quanto successo e di inchiodare alle proprie responsabilità chi ha provocato tale gravissimo episodio e tutta la direzione aziendale. L’operaio aveva a più riprese richiesto di poter andare in bagno, invano. E a quel punto ha dovuto farsela addosso: “inascoltato, non gli è rimasto che urinarsi dentro i pantaloni. L'episodio varca ogni limite della decenza. Un fatto gravissimo che lede la dignità del lavoratore vittima dell'episodio e quella di tutti i lavoratori in generale. Pretendiamo che situazioni simili non si ripetano mai più" scrive l’Usb di Chieti.
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