Sono anni ormai, dopo la nostra denuncia pubblica sulla spropositata pensione dell’ex Segretario Generale della CISL Raffaele Bonanni, che ciclicamente viene fuori questa storia dei contributi gonfiati ai sindacalisti, senza che accada nulla di concreto per interrompere questo vero e proprio scandalo, un insulto a tutti noi, e soprattutto per recuperare il maltolto.
Mi chiedo: perchè si possono sequestrare i beni alla mafia e ai sindacalisti no? Ambedue sono stati acquisiti con frode! Oppure c’è qualcuno in giro che sostiene che aumentarsi a dismisura i contributi negli ultimi mesi di lavoro per avere triplicata la pensione sia regolare e non fraudolento? Come mai non si rendono pubblici i nominativi di chi ne ha beneficiato, la misura del beneficio e soprattutto – questo mi interessa particolarmente – il sindacato di appartenenza?
Se non si fa questo viene quasi da pensare si voglia tenere l’argomento sempre a portata di mano per tirarlo fuori al momento opportuno quando c’è da screditare l’istituzione sindacale facendo di tutta l’erba un fascio, in modo tale da indebolire tra i lavoratori la percezione dell’utilità degli strumenti di tutela collettiva.
Gian Antonio Stella, al pari di altri che si cimentano di tanto in tanto sull’argomento, sa perfettamente che queste pratiche appartengono al sindacato complice, concertativo e autonomo; ma siccome quello che cresce e comincia a far paura è il sindacato di classe e conflittuale, ci si guarda bene dal distinguere tra chi ha tradito senza tanti problemi l’ideale di giustizia sociale che ha dato vita al Sindacato con la S maiuscola e chi questo ideale lo mantiene in vita a prezzo di enormi sacrifici personali costruendo in ogni spezzone del blocco sociale l’organizzazione di massa e di classe.
Potete fare altri mille articoli come questo tentando di nascondere le responsabilità e le colpe, non riuscirete a convincerci dell’inutilità del sindacato, né i lavoratori a smettere di organizzarsi e lottare.
* Esecutivo confederale Unione Sindacale di Base
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