Curiosa, la sortita del presidente INPS Boeri sul contributo economico che i migranti danno al nostro prodotto interno lordo. Boeri ha affermato, in una audizione al Parlamento, quindi nella più alta sede istituzionale, che i contributi dei migranti contribuiscono per l’1% al nostro PIL, che questi versano contributi per circa 8 miliardi e che ne ricevono indietro 3. Nessuno dei Parlamentari presenti, e men che meno i giornalisti che alla sortita hanno poi dato ampio spazio, hanno avuto l’ardire di chiedere come mai tale disparità tra versato e ottenuto sotto forma di pensione.
Se abbiamo capito bene solo una parte dei migranti rimane nel nostro Paese sufficientemente a lungo per maturare il diritto a pensione, soprattutto probabilmente una quota consistente di chi ha lavorato per anni in Italia torna nel proprio Paese di origine dove i contributi versati in Italia sono carta straccia. Questo ovviamente riguarda in particolare i migranti provenienti da paesi extra Unione Europea.
Non esistono infatti, se non in alcuni casi, convenzioni bilaterali internazionali che regolino la materia tra il nostro Paese e i paesi di provenienza dei migranti, perché i contributi versati in Italia siano validi e cumulabili con quelli versati in altri paesi, compreso quello di provenienza.
Con la Tunisia questa Convenzione esiste. L’hanno fatta Craxi e Andreotti nel 1987. E’ diventata una Legge dello Stato Italiano e garantisce proprio che i contributi versati dai lavoratori Tunisini in Italia e Italiani in Tunisia non vadano persi. In questo caso non c’è guadagno per le casse dell’INPS e per il nostro PIL, però, se possiamo permetterci di dirlo, c’è maggiore giustizia.
Ma cosa osta alla stipula di analoghe convenzioni bilaterali almeno con i maggiori Paesi di provenienza dei nostri lavoratori immigrati ? E’ così difficile arrivare ad un accordo tra Stati, oppure c’è l’intenzione di coltivare ancora per molto quella sottrazione di denari dalle tasche dei migranti per aumentare fraudolentemente il nostro PIL e arricchire le casse dell’INPS?
Ci sembra che sia più che mai necessario organizzare i migranti e le Comunità e mobilitarsi per costringere l’INPS e il Governo Italiano a prendere seriamente in considerazione il fatto che quello che stanno facendo non è altro che un furto in piena regola ai danni di lavoratrici e lavoratori migranti e che questa pratica deve finire al più presto. A pagare la pensione agli Italiani deve pensarci lo Stato, non i migranti.
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