Oggi all’ARAN verrà definitivamente firmato il Contratto Collettivo Nazionale Quadro sulle prerogative sindacali nel quale verrà sancito il divieto per il singolo RSU di convocare assemblee. L’ennesima stretta sui diritti dei lavoratori e sulle libertà sindacali, questa volta sancita dalla firma dei soliti sindacati complici. Ancora più grave perchè rivolta contro la massima espressione della democrazia sui posti di lavoro che sono gli eletti RSU e il caso vuole che venga formalizzata proprio il giorno in cui sempre all’ARAN si apriranno le procedure per le prossime elezioni RSU che si terranno a marzo 2018. Si realizzerà così l’effetto paradossale che dal giorno successivo alla firma sentiremo le trombe e i tromboni sindacali lanciare messaggi di esaltazione delle elezioni RSU, momento di massima espressione democratica sui posti di lavoro, e migliaia di lavoratori saranno chiamati a candidarsi anche da coloro che li hanno scientemente voluti limitare nella loro autonomia di eletti.
Non siamo certamente sorpresi. Quest’ultimo atto vergognoso si colloca dentro una costante e complessiva riduzione della libertà e democrazia sindacale funzionale all’attacco che si sta portando contro i lavoratori pubblici, che da ultimo si sta concretizzando con un pessimo rinnovo contrattuale.
USB non ha siglato il CCNQ a luglio e oggi, in occasione della firma definitiva, confermerà questa decisione.
Ma la gravità di quanto sta avvenendo ci dice che non basta non firmare, vogliamo denunciare con forza questo ennesimo sfregio alla libertà sindacale e alla democrazia e per questo abbiamo convocato un presidio di protesta dalle ore 14,45 davanti la sede dell’ARAN in via del Corso.
Al presidio parteciperanno eletti RSU che manifesteranno imbavagliati, cioè come li vorrebbero Governo e CGIL CISL UIL, un bavaglio che stracceremo attraverso la pratica del conflitto posto di lavoro per posto di lavoro.
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