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Caos ferrovie. La causa sono i centomila posti “bruciati” e la privatizzazione.

Riguardo ai gravissimi disagi ai viaggiatori di questi giorni di gelo e ai recenti incidenti ferroviari, USB Lavoro Privato  Attività Ferroviarie ricorda che da tempo sta denunciando il grave stato in cui versa la manutenzione infrastrutture di RFI e le numerose problematiche che attanagliano il settore.
Nel corso degli ultimi anni il disinvestimento nel potenziale produttivo di RFI ha prodotto la perdita di oltre centomila posti di lavoro, con ripercussioni gravissime sugli organici e sulle figure professionali necessari all’obiettivo del mantenimento in efficienza e del controllo per la sicurezza della rete ferroviaria. A questa situazione si associa la carenza e l’obsolescenza dei mezzi e degli strumenti d’opera e la pressante richiesta al personale di prestazioni notturne e straordinarie con un conseguente peggioramento delle condizioni generali e di sicurezza sul lavoro.
Negli ultimi anni la dirigenza di RFI sta operando un’accelerazione su percorsi di privatizzazione strisciante delle attività di manutenzione, appaltando a ditte private, sulle quali abbiamo denunciato la sistematica violazione delle norme basilari su orario di lavoro e riposi, e dunque sulla sicurezza nel lavoro, convogliando ingenti risorse pubbliche di investimento verso i profitti dell’impresa privata.
USB Lavoro Privato Attività Ferroviarie torna a chiedere un vasto piano di assunzioni nel settore manutenzione, per riportare sotto il controllo diretto delle ferrovie le attività ora appaltate, e a fronte della disastrosa situazione attuale proclama per il giorno 8 marzo uno sciopero dei ferrovieri, richiedendo con urgenza un incontro al Ministero dei Trasporti (davanti al quale svolgerà un presidio nella mattinata dell’8 marzo stesso) e con l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria (ANSF), ente deputato al controllo, ma sul quale esistono ulteriori gravi problematiche di efficienza e efficacia.  

 

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