Il vescovo di Bari si fa promotore di un incontro con il presidente della Regione, Emiliano.
I lavoratori agricoli del Foggiano aderenti all’Unione Sindacale di Base questa mattina hanno occupato simbolicamente per tre ore la Basilica di San Nicola a Bari. I braccianti hanno chiesto e ottenuto un incontro con l’arcivescovo di Bari-Bitonto, Francesco Cacucci, che nella basilica ha ascoltato le richieste formulate dal coordinamento nazionale lavoratori agricoli USB lavoro.
I lavoratori chiedono l’attuazione dell’accordo con la Regione Puglia stipulato a luglio 2017, rimasto praticamente lettera morta. Da anni si lotta per ottenere soluzioni concrete alla situazione di illegalità in cui i braccianti sono costretti a lavorare e a sopravvivere. Vale a dire contratti regolari di lavoro, procedure per il rilascio dei documenti, mezzi sicuri di trasporto, diritto alla casa, tutela della salute e riconoscimento della dignità. Inoltre il rilascio di permessi di soggiorno per uscire dall’invisibilità.
I braccianti USB hanno chiesto a monsignor Cacucci di farsi promotore di un incontro con il governatore Emiliano. Al presule, che ha sottolineato l’importanza di fare anche proposte, è stato consegnato un documento articolato in dieci punti. Si è preso atto dell’offerta di assistenza e supporto da parte della Caritas diocesana, mettendo però in evidenza che non si sta parlando di tutela di migranti e di rifugiati, ma di difesa dei diritti dei lavoratori, senza connotazioni etniche.
Con l’iniziativa di questa mattina USB ha inteso lottare contro l’indifferenza della Regione Puglia e del governo gialloverde, che cerca di trasformare una questione sociale in una questione di pubblica sicurezza. Nelle campagne del Foggiano si continua infatti a radere al suolo le baracche dei braccianti senza offrire una soluzione alternativa in termini d’inserimento abitativo.
USB prende atto positivamente dell’impegno del vescovo di Bari e attende con fiducia l’incontro con il governo locale per il mantenimento degli impegni da questi assunti due anni fa. La lotta per la riconquista dei diritti sindacali, abitativi, previdenziali e di sicurezza sul lavoro non si ferma, nel ricordo dei tanti braccianti morti nella filiera agricola.
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