Quando ancora era suo omologo, e cioè segretario generale della Fiom Cgil, non passava giorno che Maurizio Landini non fosse destinatario di qualche invettiva di Marco Bentivogli, leader dei metalmeccanici Cisl. L’accusa che andava per la maggiore riguardava la presunta esposizione politica dell’attuale segretario generale della Cgil.
Un’accusa che, ironia della sorte, oggi gli viene rinfacciata a casa sua, da decine di importanti esponenti della Cisl che, in una lettera al fulmicotone datata 11 luglio, “condannano” il “protagonismo politico” e l’ego smisurato” del segretario Fim. E in effetti, a guardare bene, Bentivogli, vicinissimo a Carlo Calenda, ha lavorato molto sulla sua immagine, a partire dai social, da Facebook, dove ha investito tanto anche in post sponsorizzati.
Ma la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso, secondo un’anticipazione pubblicata dal Manifesto a firma di Massimo Franchi (che riporta anche alcuni stralci della lettera), è stata la posizione di Bentivogli sul rinnovo contrattuale dei metalmeccanici e in particolare sugli aumenti salariali. Troppo modeste le rivendicazioni di Bentivogli (attorno al 3%), secondo molti dirigenti Cisl ma anche secondo Fiom e Uilm che chiedevano aumenti dell’8%. Alla fine, per fortuna, è prevalsa la posizione più avanzata.
Qui la lettera integrale di oltre 40 dirigenti Cisl contro Marco Bentivogli.
Al Segretario Generale
della FIM Cisl Nazionale
Marco Bentivogli
e p.c. AllaSegretaria Generale
della CISL
Annamaria Furlan
Il documento, del Comitato esecutivo della Fim del giorno 8 luglio è un atto non banale, ma non esaustivo rispetto ai problemi che ti ha sollevato recentemente.
Le gravi e ingiustificate affermazioni e le farneticanti accuse, “sparate nel mucchio” dei dirigenti della Cisl confederali e di categoria, che costellano il tuo intervento conclusivo alla Conferenza Organizzativa nazionale della FIM (per di più “dato in pasto” al mondo degli utenti social e poi “stranamente” ritirato) rappresentano l’epilogo di quello che tu stesso definisci il tuo “protagonismo politico”, in atto ormai da anni con presenze e prese di posizione del tutto incompatibili con l’intransigente statutaria e storica autonomia della Cisl da qualsivoglia formazione o movimento politici.
Protagonismo contrassegnato da analisi, giudizi, concetti e toni nel tempo sempre meno condivisibili che, tuttavia, in molte parole da te usate nel tuo intervento di venerdì 28 giugno u.s. valicano ampiamente il limite della paziente, ancorché basìta, tolleranza con cui tutta la Cisl ha osservato sin qui il crescendo degli effetti devastanti, per la stessa Cisl, del tuo smisurato egocentrismo e del tuo innato autoconvincimento di superiorità su tutti gli altri dirigenti della nostra organizzazione.
A partire dall’accusa infamante, della cui estrema gravità probabilmente non ti rendi nemmeno conto, che muovi a segretari di categoria, di festeggiare (su Facebook) per i morti in mare; segretari di cui, nonostante le due precise richieste della segretaria generale, non hai ancora inteso (o non sei in grado?) di rivelare l’identità, a salvaguardia dell’onore di tutti gli altri.
Come l’accusa che hai fatto al segretario organizzativo e, per suo tramite, all’intera segreteria confederale che rappresentava in quella sede, di mortificare il lavoro durissimo che si fa nei luoghi di lavoro, riuscendo in tal modo nel “capolavoro” di affermare che il massimo livello collegiale della Cisl mortificherebbe la linfa vitale della Cisl stessa, vale a dire i nostri delegati nei luoghi di lavoro! Vogliamo sperare per te che tu non ti renda conto di quel che dici. Altrettanto dicasi quando ti lamenti delle critiche che ricevi perché hai quello che definisci “vizio” di dire ciò che pensi. No, il tema non è che tu dica quel “che pensi”, ci mancherebbe; il tuo i problema, che è anche la nostra crescente preoccupazione per la Cisl, è che spesso “non pensi prima” alla gravità di quello che stai per dire, né rifletti abbastanza sull’inopportunità di dirlo (li chiamano freni inibitòri).
Come il fantomatico “cerchio magico” (che, a tuo giudizio, governerebbe di fatto la Cisl, in spregio degli organismi statutari), dei cui componenti ti invitiamo a fare nomi e cognomi, al fine di permettere a ciascuno di noi di verificare se, nel tuo convincimento, ne fa parte; o di smentire immediatamente la sua reale esistenza.
Così come la ricostruzione da te fatta, le colpe e responsabilità da te attribuite e i giudizi gratuiti da te pronunciati sulla vicenda dell’accorpamento FEMCA-FIM, a cui ha prontamente e doverosamente già risposto la segretaria generale della FEMCA, alla quale va tutta la nostra solidarietà e alla cui lettera convintamente aderiamo.
Nei cinquanta minuti del tuo intervento conclusivo ne hai dette tali e tante (dagli “sculettoni” di corridoio ai samurai, dall’accusa di voler cancellare la storia recente della Cisl all’unità sindacale, che la Cisl – a tuo dire – non farebbe solo per una questione di attaccamento alle poltrone) che ci vorrebbero molte altre pagine per spiegarti che hai detto un “cumulo” di fesserie, tra le quali alcune di inaccettabile e gratuita gravità.
Tra le cose che hai detto, ce n’è una sulla quale vogliamo concludere questa nostra: quando, sempre in tono accusatorio e con il dito puntato, hai detto che non si può mettere all’angolo un’organizzazione importante come la FIM.
Continuando così, con questi tuoi comportamenti, questa tua bramosia di apparire ad ogni costo, questa costante invasione di campi altrui all’interno della Cisl, questo continuo borderline con la vita e la dialettica partitica, che pratichi ormai da tempo e soprattutto con questo malcelato sentimento di superiorità morale e culturale di cui ti ammanti… nell’angolo più buio e lontano, in una mai vista sino ad oggi condizione di incomunicabilità con tutto, ma proprio tutto, il resto dell’organizzazione, categoriale e confederale, ad ogni livello, la Federazione Italiana dei Metalmeccanici, ce la metterai presto tu!
E tutti noi, per il bene della Cisl, non potremo permetterlo.
Roma 11 luglio 2019
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