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Usb. Le proposte messe sul tavolo del governo Conte

Nell’incontro di ieri pomeriggio a Palazzo Chigi, l’Unione Sindacale di Base ha presentato al presidente del Consiglio Giuseppe Conte un pacchetto di proposte in tema di lavoro e misure sociali per la prossima Legge di Stabilità. USB ritiene in via preliminare necessaria la cancellazione del pareggio di bilancio dalla Costituzione, come da modifiche all’articolo 81, e della legge 201/2011 sulla possibilità di aumentare l’Iva come strumento di riduzione del deficit. Solo così sarà possibile rompere la gabbia dei diktat UE sulle politiche monetarie ed economiche. Queste le proposte avanzate da USB:

  1. Sicurezza sul lavoro. Rifinanziare e migliorare la vigilanza sui luoghi di lavoro per combattere gli omicidi sul lavoro, in continua crescita
  2. Salario minimo. Introduzione della soglia di 10 euro orari, peraltro previsti per i voucher in vigore, da applicare a tutte le tipologie di contratti.
  3. Reddito di cittadinanza. Ripensamento e rifinanziamento per eliminare le condizioni restrittive che ne hanno ridotto la portata, cioè tetto massimo a 6000 euro dei conti correnti dei beneficiari, aggancio al reddito familiare ISEE, sanzioni penali per lavoro nero
  4. Reddito ai senza lavoro. Ripristino degli ammortizzatori sociali della vecchia legge 223/91 per chi perde il lavoro a causa di ristrutturazioni aziendali e crisi industriali, tutela del reddito per chi comunque perde il lavoro, abolizione del Jobs Act.
  5. Lotta al lavoro povero. Eliminare le norme che rendono possibili la piaga del part time involontario, il lavoro nero, l’intermediazione di manodopera, il ricorso indiscriminato al tempo determinato. Piena reintroduzione ed estensione dell’Art.18.
  6. Gig economy. Riconoscimento del carattere di lavoro subordinato (art.2094 C.C.) anche quando le direttive dell’impresa arrivano tramite applicazione informatica, quando non vi sia un orario predeterminato, quando la prestazione è remunerata da un terzo e quando il lavoratore utilizza mezzi propri.
  7. Orario di lavoro. Riduzione a 32 ore a parità di salario in tutti i settori per far crescere il numero degli occupati e diminuire disoccupati e inoccupati.
  8. Ambiente e territorio. Stanziamenti nella Legge di Stabilità 2020 per la cura del territorio e dell’ambiente nonché per la manutenzione e protezione dei Beni Culturali.
  9. Pubblica Amministrazione. Piano straordinario di assunzioni in previsione del forte esodo pensionistico, per evitare il collasso degli uffici e dei servizi pubblici, a partire da enti locali, sanità e scuola. Stabilizzazione del personale precario e reinternalizzazione dei servizi in appalto. Stanziamenti per il rinnovo dei contratti pubblici, superando la crescita zero di salari agganciati a indici di inflazione nulli da anni.
  10. Misure straordinarie come la CIG per contrastare gli effetti devastanti del decreto sicurezza, che ha causato una perdita di 20mila posti di lavoro.
  11. Crisi aziendali. Creazione di uno strumento pubblico che prenda in carico le imprese strategiche in crisi, garantendo la continuità, il risanamento e la riqualificazione.
  12. Discriminazioni di genere. Strumenti di sostegno al lavoro femminile e sanzioni alle aziende che discriminano i dipendenti in base al sesso.
  13. Pressione fiscale. Spostarne il peso dal lavoro alla rendita, con forme di patrimoniale che redistribuiscano ricchezza, aggrediscano l’evasione fiscale e migliorino la qualità dei servizi. Tavolo sugli scaglioni Irpef e sull’Iva. No alla flat tax.
  14. Ritorno al welfare universale, smantellato negli ultimi decenni in favore di un welfare aziendale contrattuale che abbassa i salari e privatizza i diritti. Rifinanziamento spostando le risorse da opere inutili o dannose come Tav, Tap, Muos etc.
  15. Piano di edilizia pubblica e popolare per garantire il diritto costituzionale all’abitare.
  16. Rappresentatività sindacale. Una legge pluralistica contro il monopolio della rappresentanza e i contratti pirata che stabilisca i criteri di sufficiente rappresentatività e non garantisca rendite di posizione.
  17. Rispetto di impegni e accordi. I continui passi indietro di ministri e istituzioni su impegni assunti rendono poco credibile l’azione del governo, come dimostrano il mancato varo del decreto su ex LSU ATA, il caso Arcelor Mittal, il pagamento delle spettanze ai lavoratori Manital e aziende consorziate.

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