Gli operatori della Sanità dell’Unione Sindacale di Base ringraziano per il flashmob di mezzogiorno con l’applauso allo sforzo quotidiano contro il coronavirus e ne approfittano per denunciare le situazioni estreme nelle quali sono costretti a operare in tutta Italia, che fanno crescere la rabbia di chi è allo stremo dopo settimane di lavoro ininterrotto in condizioni impossibili, spesso e volentieri nascoste agli italiani.
Per questo lanciamo l’hashtag #eroiunaminchia. E nessuno si offenda.
Come vi sentireste se non ci fossero più mascherine per medici, infermieri, personale tecnico e addetti alle varie operazioni logistiche?
Come vi sentireste se invece di una mascherina foste costretti a usare panni antipolvere con due buchi per le orecchie?
Come vi sentireste se, dopo aver lavorato in corsia, nelle terapie intensive, al triage, quindi a stretto contatto con pazienti e colleghi già infetti, vi negassero la possibilità di un tampone di controllo, quello stesso tampone che in caso di positività di un calciatore viene effettuato a tutta la squadra e all’intero staff senza battere ciglio?
Da questa contraddizione nasce l’idea di lanciare l’hashtag #EroiUnaMinchia, a sottolineare come a un’idea, comunque esagerata, di eroismo (è il nostro lavoro) che si sta diffondendo tra la gente, si contrappone un non adeguato livello di attenzione per i lavoratori, al limite del disprezzo, da parte di chi amministra la Sanità.
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