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L’establishment occidentale contro Sanders

Negli USA la sanità è privata e un solo tampone di #coronavirus costa e viene fatturato più di 3.000 dollari; e bisogna pagarlo subito. Quindi o sei ricco, o hai una costosa assicurazione – e non tutte coprono questo esame – oppure niente test e arrangiati.

Se l’epidemia COVID 19 colpisse massicciamente gli USA, per più 60 milioni di persone prive di adeguata copertura assicurativa sarebbe una catastrofe sanitaria e sociale. 60 milioni, quanti ne ha isolati e assistiti la Cina a Wuhan. Ma guai ai poveri, nel paese più ricco del mondo.

Il “ socialista” Sanders vorrebbe una sanità pubblica di modello europeo e solo per questo ha contro tutto l’establishment economico e politico. Che anche lì naturalmente usa contro di lui il mantra del potere liberista: non ci sono i soldi!

Penso che i gruppi dirigenti del Partito Democratico USA preferiscano perdere con Biden e Bloomberg piuttosto che vincere con Sanders.

Lo stesso vale per i leader di centrosinistra europei, che sicuramente avranno visto con orrore il commento di Stephanie Kelton, consigliera economica di Sanders, sulla perdita di sovranità monetaria dell’Italia, costretta a chiedere permessi a Bruxelles su come spendere i propri soldi per affrontare l’epidemia.

Figuriamoci poi se tocchiamo i grandi temi di politica internazionale, dove Sanders (ebreo) si becca da tutto l’establishment occidentale la stessa accusa che era toccata a Corbyn: essere un antisemita perché rifiuta il colonialismo e l’apartheid di Israele.

In aggiunta Sanders si è opposto a tutta la politica latinoamericana di Trump, a partire dal Venezuela, politica invece condivisa fino al golpismo da tutti gli altri leader “democratici” USA e UE.

Insomma Sanders, nonostante sia in realtà un socialista moderato, ma coerente, per il potere economico e politico attuale è un rivoluzionario.

Sarebbe davvero uno spiazzamento e un cambio radicale della politica mondiale se le prossime elezioni presidenziali negli USA vedessero contrapposti un politico socialista che vuole giustizia sociale pagata dai ricchi e un miliardario fanatico del capitalismo.

Altro che “terze vie” e “pragmatismo”. Lo scontro Sanders-Trump segnerebbe la crisi dalla trentennale egemonia politica e culturale del liberismo americano ed europeo, quale che fosse la sua conclusione.

Per questo l’establishment occidentale farà l’impossibile per impedire la vittoria di questo settantottenne che ha il più vasto consenso dei giovani.

Per questo noi diciamo forza Sanders!

P.s. Un esempio in tempo reale. Repubblica, ex giornale-manganello di Debenedetti ed ora della famiglia Agnelli, ci regala questo “sobrio” titolo mentre, a spoglio dei voti in corso – alle 7.00 ora italiana – e con California e Texas ancora da assegnare (metà dei delegati del superTuesday!), Biden è in vantaggio su Sanders, ma non di molto (265 contro 228),

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