Nonostante le dichiarazioni dei vari ministri a commento della firma di questa notte del “protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro” l’accordo raggiunto è un tradimento verso le lavoratrici e i lavoratori, assolutamente inidoneo a contrastare il diffondersi di questa pandemia. “È prevalso il senso di responsabilità, l’Italia non si ferma” come dichiarato da Conte.
Ancora una volta e ancora più gravemente Cgil, Cisl e Uil hanno scelto di stare con i padroni. Questo protocollo ad onta dei proclami minacciosi di Landini, rappresenta un altro tradimento delle aspettative dei lavoratori che da giorni chiedono misure ben più radicali.
Nessun fermo generale della produzione, limitata solo a reparti secondari, ma deroghe anche alle misure dettate dal governo nei decreti precedenti, come la distanza minima di un metro tra gli addetti. La raccomandazione ad effettuare turnazioni, pulizie giornaliere e sanificazioni periodiche senza neppure indicare la loro frequenza, l’adozione di lavoro agile, smartworking e altro, come pure la riduzione di misure di contenimento degli spostamenti interni agli stabilimenti e dell’ingresso del personale esterno, come l’adozione di dispositivi di protezione individuale, non meglio individuati, non garantiscono per nulla la protezione dal contagio.
L’istituzione delle commissioni aziendali per l’applicazione e la verifica del protocollo, con la presenza della Rsa e Rls, servirà a poco vista la grande libertà concessa alle imprese a garanzia della produzione, considerato che non sono per nulla previste sanzioni per le inadempienze. Le misure per la prevenzione debbono essere adottate “preventivamente” non con la produzione in atto, si debbono adottare prima e non dopo: è criminale far proseguire le attività, come sta avvenendo all’ex Ilva e in tanti altri posti, senza che siano stati preventivamente sanificati i luoghi di lavoro, stabilite e adottate le misure di prevenzione e forniti tutti i dispositivi e le condizioni di sicurezza necessarie.
Questo protocollo è un attentato alla salute pubblica.
Dimostriamo con gli scioperi, le lotte e la mobilitazione la nostra rabbia contro chi continua ad attentare alla vita di chi lavora, dei loro familiari e dell’intera collettività.
USB si rende disponibile a continuare a sostenere la protesta dei lavoratori in ogni luogo ove sia necessario.
Le produzioni e le attività non essenziali devono fermarsi subito, garantendo salute, salario ed occupazione.
Le lavoratrici e lavoratori non possono essere cinicamente sacrificati sull’altare dei profitti.
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