Venerdì scorso, la Piaggio ha convocato nuovamente le organizzazioni sindacali per far ripartire al più presto la produzione.
Nella riunione Colannino ha messo davanti la “sua” responsabilità nei confronti dei clienti e ha chiesto la sottoscrizione del protocollo d’intesa per essere pronto a riavviare la produzione.
L’USB non ha sottoscritto l’accordo perché al primo posto c’è la salute dei lavoratori, delle loro famiglie e la tutela dei criteri di protezione per la popolazione. La produzione di beni non essenziali potrà ripartire solo quando ci saranno le condizioni dentro e fuori le aziende.
Abbiamo respinto il protocollo Piaggio, così come respingiamo le medesime richieste di Confindustria. I numeri della pandemia parlano di 23.600 morti e di circa 3000 contagi giornalieri, pari a quelli registrati i primi marzo. Ciò nonostante gli industriali continuano a mettere i lavoratori davanti al ricatto del reddito e dell’occupazione, in cambio della salute e della sicurezza.
Contestiamo il protocollo d’intesa Piaggio anche nel merito:
1) È completamente inadempiente nella rimodulazione dei carichi di lavoro e nel ricorso allo smart working.
2) Centralizza le decisioni sul Comitato aziendale
3) Riduce il ruolo delle RLS e delle RSU, che più di altri possono individuare punti critici e reclamare rapide soluzioni
4) Manca della necessaria chiarezza sulle misure organizzative e igienico-sanitarie.
5) Non fornisce ai lavoratori l’informazione e la formazione necessaria sulle disposizioni e sull’uso dei DPI.
6) Non c’è traccia di riduzione dell’orario di lavoro per permettere lo scaglionamento dei lavoratori in ingresso, in uscita, per ridurre le presenze nei reparti, negli spazi comuni, bagni, spogliatoi e mense
7) Non si tiene assolutamente conto della necessità di garantire più pause, per le necessità fisiologiche e soprattutto per attenuare il “peso” delle mascherine
8) Questo protocollo fornisce carta bianca all’azienda ed è un cedimento verso le politiche irresponsabili di Confindustria.
La Piaggio come il resto degli industriali si avvale del sostegno pubblico sotto le forme più diverse, con la Pandemia ne ha ottenuti ulteriori. Tuttavia, minacciano crisi, licenziamenti e premono per riavviare la produzione, fregandosene dei costi umani.
Con la riduzione dell’orario di lavoro reclamiamo: salute, reddito, e stop al precariato
Lo sviluppo tecnologico e la necessità di rimodulare l’organizzazione del lavoro in relazione alla pandemia, attualizzano la nostra rivendicazione di riduzione dell’orario di lavoro e parlano di difesa del salario e di assunzioni, in risposta all’utilizzo spregiudicato degli ammortizzatori sociali e del precariato a vita, entrambi ampiamente utilizzati dalla Piaggio.
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