Il nuovo Patto Sociale fa gola a tutti… tranne che a noi. Neanche di fronte alla più palese delle dimostrazioni di fallimento del loro modello di società e di sviluppo, il governo, le imprese e i sindacati complici mostrano qualche segnale di ripensamento. Si tirano fuori un bel po’ di quattrini, per un volume pari ad almeno due classiche finanziarie “pesanti”, ma gli obiettivi strategici e i criteri di distribuzione non cambiano di una virgola.
Invece di invertire l’ordine delle priorità, di cogliere la terribile occasione che la pandemia ci dà per ridurre le disuguaglianze, ribaltare la logica del sostegno alle imprese, o meglio agli utili delle imprese “perché aiutando loro si aiuta il Paese”, invece di ripensare i percorsi di privatizzazioni, di spezzettamento delle competenze, di smantellamento continuato e aggravato del nostro welfare il governo e i suoi sodali continuano imperterriti nel solco di quel sistema politico, economico e sociale che ha spalancato le porte alla strage che stiamo vivendo.
Due mensilità di Reddito di emergenza con condizionalità, regolarizzazione a tempo dei migranti, giustappunto il tempo per non lasciare i frutti sugli alberi e gli ortaggi a terra, e poi via di nuovo verso la clandestinità.
Gli sconti sulle bollette solo alle imprese e nulla alle famiglie, una finta riduzione di orario di lavoro da utilizzare in formazione col solo intento di rarefare le presenze nei luoghi di lavoro e via elencando.
Nell’incontro con il governo che, bontà sua, abbiamo avuto ieri a tarda sera con Conte dopo quasi un anno di totale chiusura nei confronti di qualsiasi espressione sociale e sindacale che sia fuori dalla claque di Cgil Cisl Uil, ci hanno fatto intravvedere, senza però consegnare alcun documento, un quadro complessivo sul quale il governo cerca non un consenso sulle singole scelte ma il consenso complessivo e strategico che, a quanto è emerso, sarebbe stato già assicurato pienamente e con soddisfazione da Landini & Co.
Un vero e proprio nuovo Patto Sociale in cui la parte soccombente sarà di nuovo la stessa e gli strumenti per blindarlo di nuovo saranno la repressione delle lotte e il restringimento delle libertà come quelle di sciopero e di manifestare.
Rovesciare il tavolo è quello che serve oggi, per imporre un totale cambiamento di direzione alle scelte economiche e sociali insite nel nuovo Patto neo-corporativo che si va profilando.
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