Sciopero dei lavoratori Brt a Sedriano (MI) per protestare contro il mancato rispetto del protocollo di accordo firmato con Brt solo pochi giorni fa. Contro i lavoratori in lotta, sono intervenuti addirittura i militari: il padrone chiama, lo Stato risponde…
Militari e carabinieri si sono presentati all’assemblea dei lavoratori della Brt di Sedriano. Avete letto bene: i militari! Lo avevano già fatto lunedì 18 maggio. I lavoratori della Brt a Sedriano sono in sciopero contro il mancato rispetto del protocollo di accordo firmato con l’azienda solo pochi giorni prima”.
Così su Facebook la pagina ufficiale del Partito della Rifondazione Comunista che critica aspramente la presenza dei carabinieri in un presidio pacifico organizzato dagli operai in stato di agitazione.
Nel suo post sul social network, il responsabile pace di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, Gregorio Piccin, scrive che “l’azienda ha chiamato a scopo intimidatorio i carabinieri con i quali è intervenuto anche personale dell’Esercito”.
A detta di Piccin, “si tratta evidentemente di un gravissimo precedente in quanto risulta essere il primo “contatto” tra proteste operaie ed Esercito da tempi immemorabili”. Nella sua denuncia pubblica, il responsabile pace di Rifondazione si rifà ad un concetto che da qualche periodo ormai non si sentiva più, quello di “militarizzazione dell’ordine pubblico”, che a suo dire è cominciata “con l’operazione Strade Sicure e starebbe subendo una “preoccupante accelerazione”.
Piccin continua il post asserendo che “la disinvoltura con cui si utilizzano migliaia di soldati per le strade con funzioni repressive e la corsia preferenziale ad essi riservata nei concorsi pubblici anche in Polizia rappresenta una pesante involuzione a livello democratico e costituzionale che si somma alla già grave consuetudine di considerare le lotte come questioni di ordine pubblico da risolvere con l’intervento di polizia e carabinieri”.
Allora, il focus torna sulla protesta dei lavoratori della Brt di Sedriano (in provincia di Milano) che, come detto, sono in sciopero da alcuni giorni: “Solidarietà al SiCobas e ai lavoratori”, aggiunge Piccin, invitando i soldati ad uscire “dalle caserme senza manganelli, pistole e fucili d’assalto esclusivamente a supporto delle attività della Protezione Civile nelle situazioni di crisi ambientale o sanitaria. E soprattutto i militari siano tenuti lontani dalle vertenze sindacali”.
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Daniele
Che accordo avevano stipulato con l’azienda? Come è possibile che carabinieri si intromettano in queste questioni o, peggio, si pongano contro la parte lesa?
RITA
E’ INAMMISSIBILE CIO’ CHE STA’ SUCCEDENDO.
SCIOPERARE E’ UN DIRITTO DEI LAVORATORI, A MAGGIOR RAGIONE SE E’ PER IL RISPETTO DEL PROTOCOLLO PER IL PERIODO CHE STIAMO ATTRAVERSANDO.
STIAMO SCIVOLANDO NELLA DITTATURA.
Ricky
Non posso entrare nel merito specifico della vicenda. Vorrei però sfruttare qursta possibilità di dire la mia su come va il mondo. Saltare un’altro gradino tra produttori e consumatori dopo quello della scomparsa degli agenti di commercio… adesso con la demolizione dei negozi in strada. Ok può essere anche progresso se ci fosse ridistribuzione!… ma a me pare che il progresso avvenuto sua sempre a e solo a discapito della condizione umana. Ecco.
Comprare a un prezzo inferiore non è altro che la realtà che ci annebbia. La realtà di un progresso sarebbero prodotti a un quarto di quello del passato con spedizionieri e clienti contenti. Non è così e per me questo è regresso che fa tasca a pochi!!!