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Marcianise. Alla Jabil 190 licenziamenti nonostante il blocco. L’arroganza di una multinazionale

Lunedi 25 maggio scade il termine previsto per dare seguito umilateralmente alla procedura di licenziamento avviata dalla multinazionale statunitense Jabil il 24 giugno dello scorso anno. Ma scade anche la cassa integrazione ordinaria per gli operai dello stabilimento di Marcianise (Caserta).

Da lunedi, la Jabil procederà al licenziamento collettivo dei dipendenti identificati, “sempre che essi non abbiano aderito agli schemi di ricollocamento e incentivazione offerti”. Lo ha comunicato l’azienda attraverso una nota e nonostante nel nostro paese sia in vigore il blocco dei licenziamenti dovuto all’emergenza Covid 19. Si tratta di ulteriori 190 licenziamenti dopo che altre centinaia di lavoratori sono stati messi fuori dalla fabbrica con incentivi all’esodo o mobilità.

A giugno del 2019 fu annunciato l’esubero di 350 lavoratori della fabbrica di Marcianise su un totale di 700. Di questi, 160 dipendenti accettarono di andarsene optando per la ricollocazione presso altre aziende con un incentivo di 10mila euro lordi – sono 80mila gli euro che la Jabil dà all’azienda che assume i suoi lavoratori – o con l’esodo volontario con un incentivo di 70mila euro lordi. Ma 190 lavoratori non hanno accettato nessuno dei due strumenti, ed ora hanno di fronte lo spettro del licenziamento.

Oggi Il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo ha convocato il tavolo con azienda e sindacati sulla vertenza Jabil dopo l’annuncio dei licenziamenti.

 

 

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